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VITTORIO SGARBI: "EMILIA MEGLIO DEL FRIULI" - Indicatore Mirandolese

VITTORIO SGARBI: “EMILIA MEGLIO DEL FRIULI”

Ha riscosso notevolissimo successo di pubblico la serata organizzata da Lions e Rotary Club Mirandola con la lectio magistralis di Vittorio Sgarbi sui monumenti locali danneggiati dal sisma del 2012. Circa quattrocentotrenta persone, appartenenti a ben diciassette club di servizio (Lions e Rotary) delle province di Modena, Ferrara e Reggio Emilia hanno affollato la sala di villa Fondo Tagliata fino all’inverosimile. Erano presenti, fra i molti ospiti, il vescovo di Carpi Francesco Cavina e, in rappresentanza dell’Amministrazione comunale di Mirandola, Alessandro Ragazzoni, vicesindaco e Giampaolo Ziroldi, dirigente Servizio cultura. Questi ultimi due sono intervenuti illustrando i progetti di recupero attualmente già in corso, o programmati per i prossimi mesi. Sgarbi ha esordito investendo la platea con il suo tipico profluvio di parole e di pensieri veloci, rivolto al vescovo Cavina, per sottolinearne la particolare sensibilità verso la ricostruzione delle chiese della sua diocesi, quasi tutte distrutte dal terremoto. La più importante di esse, ossia la Cattedrale della diocesi di Carpi, verrà riaperta al culto il prossimo 25 marzo, a restauro ultimato, con una solenne inaugurazione alla quale Vittorio Sgarbi stesso parteciperà come ospite d’onore. Il relatore ha poi proseguito magnificando l’operosità degli abitanti delle nostre zone che, con pochi piagnistei, non hanno atteso l’intervento dello Stato, ma si sono subito rimboccati le maniche e messi al lavoro dopo il terremoto per recuperare fabbriche, scuole e case distrutte. E’ anche per questo che il terremoto dell’Emilia è fra quelli che lasciano dietro di sé un ricordo positivo nell’opinione della gente. Purtroppo, però, mancano ancora all’appello della ricostruzione tutte le opere pubbliche. A poche ore di distanza dalla caduta della slavina sull’hotel del Gran Sasso, Sgarbi ha osservato che è sempre meno doloroso parlare di opere da recuperare, piuttosto che di persone che hanno perso la vita sotto le macerie. Ha sottolineato che forse, in fatto di ricostruzione, il “modello emiliano” è addirittura superiore a quello del Friuli. Non ha fatto ricorso alle “new town” (come a L’Aquila), tendendo al recupero delle abitazioni originarie e quindi salvaguardando l’appartenenza della gente ai propri luoghi. Questo è un ulteriore motivo per cui il nostro terremoto non lascia molta memoria di sé. E’ vero che nell’animo delle nostre popolazioni i segni del disastro sono ancora ben presenti e vi rimarranno a lungo, anche dopo la sparizione di quelli esteriori, ma questo è un aspetto nascosto che Sgarbi non ha affrontato. Ha invece insistito molto sulle ferite ben visibili su tutti i monumenti di Mirandola, passando puntualmente in rassegna gli ingenti danni subiti dal Castello dei Pico, dal Municipio, dalle Chiese della Madonnina, Gesù, Duomo (con relativo campanile), Sacramento, San Francesco. Ha quindi raccomandato di premere sul Ministero, affinché i fondi per la ricostruzione arrivino tutti e presto. L’Italia è il primo Paese al mondo per ricchezza di opere d’arte, ma da noi quasi nessuno conosce in modo approfondito l’arte. Questa è una colpa grave degli italiani, che non ammette scusanti. Secondo Sgarbi, i nostri governanti, salvo qualche rara eccezione, in fatto di arte sono ignoranti come le «capre» (poteva mai mancare questo riferimento nel suo discorso?) e si comportano come se ne fossimo completamente privi. Invece, devono aprire gli occhi e valorizzare i tesori di casa nostra che sono tanti e invidiati da tutto il mondo. Quindi: «apriamo gli occhi all’arte», questa è l’esortazione con cui il suo intervento si è concluso.

Ivo Panzani