PROCESSIONARIA DEL PINO: ATTENTI A QUEI NIDI - Indicatore Mirandolese
Nicoletta Vai del Servizio Fitosanitario della Regione Emilia–Romagna e Roberto Ferrari del Centro Agricoltura Ambiente «Giorgio Nicoli» forniscono alcuni consigli per eliminare i bruchi evitando lo spiacevole contatto con i peli urticanti.
L’inverno resta la stagione più adatta per il controllo della Processionaria del pino (Thaumetopoea pityocampa). Sulle piante ospiti sono ben visibili i caratteristici “nidi”, solitamente collocati alle estremità dei rami e facilmente riconoscibili per il colore biancastro, l’aspetto sericeo e il
diametro di circa 10 – 20 centimetri. La Processionaria è una farfalla notturna chiamata così per le “processioni” che le larve (bruchi) compiono quando si spostano tutte insieme in fila indiana sul terreno o lungo il tronco delle piante infestate. Possono essere attaccate tutte le specie di pino e varie specie di cedro. Particolarmente colpiti il pino nero o austriaco, il pino silvestre e il pino domestico.
In primavera le larve si spostano fino al suolo, sempre in gruppo e in fila indiana, per interrarsi e trasformarsi in crisalide e poi in farfalla. Le farfalle adulte compaiono durante l’estate. Le larve svernanti sono molto pericolose in quanto provviste di microscopici peli urticanti che contengono sostanze liberatrici di istamina, ad azione fortemente irritante nei confronti dell’uomo e degli animali domestici. I peli urticanti si disperdono facilmente nell’ambiente e sono in grado di provocare gravi
infiammazioni cutanee, oculari, alle mucose e alle vie respiratorie delle persone che vengano a
contatto con essi. Per questo motivo si raccomanda di non toccare mai a mani nude i nidi invernali o le larve mature.
La lotta alla processionaria è regolamentata dal DM 30/10/2007. Gli interventi possono essere prescritti dall’autorità sanitaria oppure dal Servizio Fitosanitario Regionale a seconda che l’insetto rappresenti un rischio per la salute pubblica oppure minacci la sopravvivenza del patrimonio arboreo. Tra i metodi di lotta consigliati, la raccolta e la distruzione dei nidi invernali entro la fine di
febbraio si conferma la più efficace. Questo intervento va effettuato adottando le massime precauzioni per evitare ogni contatto con i peli urticanti delle larve. E’ quindi importante dotarsi di abbigliamento protettivo e maneggiare i nidi soltanto in maniera indiretta (e mai a mani
nude!). I nidi raccolti andranno in seguito bruciati per eliminare in maniera completa l’effetto
urticante dei peli larvali. Le operazioni di lotta sono a carico dei proprietari delle piante infestate.
Nei casi non sia possibile l’asportazione manuale dei nidi (ad es. su piante poco accessibili),
possono essere utilizzate trappole meccaniche per la cattura delle larve, che scendono lungo il
tronco delle piante infestate per raggiungere il suolo, da installare e a partire dal mese di febbraio. Mezzi complementari di lotta sono inoltre costituiti dalle trappole a feromoni sessuali per la cattura massale dei maschi adulti. In parchi e giardini pubblici si consigliano 6 – 8 trappole/ettaro, posizionate nei punti più soleggiati a partire dalla metà di giugno.
Sono invece sconsigliati trattamenti insetticidi nei confronti delle larve che scendono al
suolo per interrarsi. Questi trattamenti, oltre a essere dannosi per l’ambiente, non
impedirebbero infatti la dispersione dei peli urticanti dal corpo delle larve e quindi il
potenziale danno alle persone.
Per ulteriori informazioni consultare il sito del Servizio Fitosanitario Regionale
https://agricoltura.regione.emilia–romagna.it/fitosanitario/temi/avversita/schede/
avversita–per–nome/processionaria–del–pino e/o contattare i tecnici del Centro
Agricoltura Ambiente “ Giorgio Nicoli” (051/6802227) – rferrari@caa.it