PROCEDONO I LAVORI DEL TECNOPOLO - Indicatore Mirandolese
Sono ripartiti e termineranno entro ottobre i lavori del Tecnopolo di Mirandola. Dopo l’accordo sulla gestione del Parco scientifico e tecnologico raggiunto tra Regione Emilia Romagna, Provincia di Modena, Comune di Mirandola e Fondazione Democenter-Sipe, il progetto ora può procedere spedito.
Come ha spiegato Enzo Madrigali, direttore della Fondazione Democenter-Sipe, si tratta di un «centro multidisciplinare per sviluppare idee, competenze, formazione e fundraising sui bio materiali avanzati, con un team di 16 ricercatori che lavorerà gomito a gomito con le imprese del distretto».
«L’idea risale al 2004-2005 quando ancora ero Assessore», spiega il Sindaco di Mirandola Maino Benatti che rivendica il ruolo del Comune e degli altri municipi dell’Area Nord nell’aver capito il valore aggiunto del distretto tra specializzazione, innovazione e reti di relazioni. La struttura è in pratica un laboratorio in cui si fa ricerca applicata a 360 gradi nel campo dei materiali innovativi, in simbiosi con il sistema imprenditoriale. Scopo è anche quello di innestarsi nelle cordate europee sui grandi progetti di ricerca finanziati dai fondi comunitari.
La Regione Emilia Romagna ha investito 3,8 milioni dei 4,25 necessari per costruire la piattaforma hi-tech. Quello che era stato pensato come un centro di competenze multidisciplinare è diventato ora una struttura vera e propria (800 metri quadratinel cantiere in dirittura d’arrivo all’interno del nuovo polo scolastico di Mirandola), con tre laboratori di ricerca in cui lavoreranno 16 ricercatori a tempo pieno sotto la vision strategica di cinque manager del mondo biomedicale e la direzione operativa di un manager del settore per garantire che il focus delle attività siano sempre le istanze aziendali.
La ricerca specialistica si tradurrà anche in servizi avanzati alle imprese, nuovi corsi di formazione post diploma e post laurea (un primo master è già partito in partnership con l’Università di Modena e Reggio Emilia) ed un incubatore di spin off e start up, oltre ad altri1.100 metriquadri di spazi per infrastrutture, messi a disposizione dal Comune di Mirandola.
Il distretto biomedicale modenese, con le sue 92 aziende (tra cui sei multinazionali), 3.500 addetti e 800 milioni di fatturato annuo, è «al top nelle classifiche internazionali per vocazione industriale e presenza di big mondiali, ma è in coda per quanto riguarda centri di ricerca, investimenti pubblici, presenza di start up e di venture capital. Quattro indicatori di debolezza cui cerchiamo di rispondere con la creazione di questo parco tecnologico», ha spiegato Giuliana Gavioli, caposezione Biomedicale per Confindustria Modena nonché dirigente di BBraun Avitum, una delle sei multinazionali presenti nel polo.
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