PRIGIONIERI IN PATRIA: UNA PAGINA DIMENTICATA - Indicatore Mirandolese
Martedì 26 maggio si conclude il corso dell’Università dell’Età Libera dedicato a pagine sconosciute o volutamente rimosse della Grande Guerra. Alle ore 16 nell’Auditorium delle Scuole Medie “Montanari” (via Nuvolari, 4) Fabio Montella parlerà dei “Prigionieri in patria: l’odissea dei soldati italiani liberati dal nemico”.
I soldati italiani fatti prigionieri durante la Prima Guerra Mondiale che riuscirono a sopravvivere agli stenti, alla fame e alle malattie e che riuscirono a rientrare in Patria alla fine del conflitto, non furono lasciati liberi di tornare subito alle proprie case. Questi militari, che si trovavano in condizioni fisiche e morali difficilissime, vennero concentrati in campi allestiti in tutta fretta dalle autorità politiche e militari italiane. Sugli ex prigionieri gravavano infatti molti pregiudizi, soprattutto dopo la disfatta di Caporetto, di cui vennero ritenuti, a torto, gli unici responsabili. Questi uomini, considerati dei disertori e “portatori di idee sovversive”, dovevano essere interrogati su ciò che avevano vissuto in occasione della cattura e quindi “rieducati” prima di poter riabbracciare i loro familiari. Un migliaio di soldati italiani morirono in patria all’interno di improvvisati campi di concentramento dell’Emilia, soprattutto a causa delle malattie epidemiche (in particolare la terribile influenza “spagnola”). Alcune lapidi sul territorio ricordano ancora una vicenda rimossa nell’immediato primo dopoguerra.