POLIZIA STRADALE MODENA: GRAVE CARENZA DI ORGANICO INCONTRO A ROMA - Indicatore Mirandolese
11 gli agenti del distaccamento di Mirandola
Quarantacinque (45) decessi, oltre tremila (3000) incidenti stradali, migliaia di feriti, diversi dei quali con disabilità permanente: questo lo sconsolante quadro della sicurezza stradale in provincia di Modena nell’anno 2023, con un 2024 che non sembra affatto andare meglio.
Ciò nonostante, l’organico della Polizia Stradale di Modena e provincia è assestato sui numeri del 2008: 125 operatori per l’intero territorio, con grave carenza in tutti e quattro i reparti di Modena, Modena Nord, Pavullo e Mirandola.
A questo, si aggiunga un’età media e di servizio troppo basse per gli operatori della Sottosezione di Modena Nord, ma anche la carenza di vestiario in particolare per il personale femminile.
Questo il succo dell’incontro tra il Direttore del Servizio Polizia Stradale Filiberto Mastrapasqua e il Segretario del Siulp di Modena Roberto Butelli, svoltosi oggi a Roma presso la Direzione Centrale per la Polizia Stradale del Dipartimento della P.S..
L’incontro è stato incentrato sulla carenza organica che colpisce soprattutto Modena Nord con nr. 58 operatori (ma solo 53 disponibili) a fronte dei 66 previsti dalla pianta organica, per la Sezione di via Giardini che consta di nr. 41 operatori (ma solo 38 disponibili) anziché i 45 previsti, mentre il Distaccamento di Mirandola dispone di nr. 11 operatori in luogo dei nr. 14 della pianta organica, mentre il Distaccamento di Pavullo addirittura può contare solo nr. 9 operatori anziché 14.
Una situazione organica preoccupante a fronte di uno dei tratti autostradali più trafficati d’Europa ed un complesso viario attraversato da ben due strade statali ad alta densità di traffico, la SS. nr. 9 Emilia e la SS. nr. 12 Abetone – Brennero, oltre ai due tratti della SS 413 e della SS 724, che comprende oltre 900 km di strade provinciali.
A questo si deve aggiungere l’elevato numero di veicoli pesanti dovuti alla presenza del complesso ceramico nel comprensorio sassolese, il tessile in quello carpigiano, il biomedicale nella Bassa Modenese, nonché la significativa incidenza di industria e agricoltura.
Una situazione paradossale, che vede la seconda provincia della regione, oltre che una delle più produttive a livello nazionale in termini di PIL, ridotta al lumicino per la sicurezza stradale, con numeri che fanno rabbrividire sia come decessi e feriti, ma anche come numero degli operatori disponibili.
Nel corso dell’incontro, è stato evidenziato anche come l’elevatissimo turn over del personale della Sottosezione Modena Nord, sede disagiata dalla quale è possibile ottenere il trasferimento dopo appena un anno di servizio, comporti sempre più frequentemente che gli equipaggi in servizio di viabilità stradale siano composti da operatori che, nel complesso, stentano a raggiungere due anni di servizio.
In parole povere, in un tratto autostradale come quello dell’A1 tra Parma e Bologna, attraversato giornalmente da centinaia di migliaia di veicoli molti dei quali pesanti, le poche pattuglie presenti sull’intera tratta sono spesso composte da ragazzi giovanissimi che hanno ben poca esperienza sia di Polizia che di autostrada, elevando quindi in maniera esponenziale i rischi del mestiere.
Auspichiamo una rapida inversione di tendenza, non solo per garantire una maggiore sicurezza stradale per tutti i cittadini della provincia di Modena, fattore di non secondaria importanza per il benessere collettivo, ma anche per una migliore sicurezza degli operatori impegnati su strada.