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PICO E I SOCIAL NETWORK - Indicatore Mirandolese

 

Sono passati più di 500 anni da quando Pico della Mirandola lanciò, proprio all’inizio dell’epoca di Gutenberg, le sue “900 Conclusiones”. Era l’anno 1486 e Giovanni Pico a Roma aveva convocato un congresso filosofico universale aperto agli intellettuali europei per discutere le tesi teologiche che aveva raccolto come summa culturale. Non è difficile immaginare una analogia con i dialoghi di oggi che nell’era digitale si svolgono attraverso mail, chat, forum, blog, social network.

Dal Rinascimento ad oggi non è cambiata soltanto la modalità di scambiare idee e informazioni. La carta stampata raggiungeva un numero limitato di lettori, oggi il web permette contatti interattivi pressoché immediati tra miliardi di individui. Gli autori una volta erano pochi, oggi una miriade di users genera molte miriadi di contenuti. Le informazioni sono sempre più larghe e specifiche, la digitalizzazione e la convergenza dei media favoriscono il pluralismo e la democrazia. L’intelligenza si fa connettiva, Giovanni Pico ne sarebbe contento. Il Centro internazionale di studi dedicato proprio a Pico, a Mirandola, in collaborazione con l’Osservatorio TuttiMedia ha voluto svolgere un workshop di studi cogliendo il nesso tra le attività umanistiche del XV secolo e i social network del XXI secolo.

 

Oltre allo sviluppo storico della cultura, analizzato perspicacemente nel workshop da Francesco Passerini, Presidente dell’Osservatorio, e da Paolo Poponessi, storico, una serie di osservazioni estremamente interessanti sono state illustrate da due esperti di neuroscienze: Francesco Gallucci e Cristiana Clementi di 1to1lab. Infatti l’approccio mentale ai temi dell’informazione e dell’editoria ha subito nell’arco dei secoli un’intensa evoluzione neurofisiologica, quasi come se l’uomo del Rinascimento fosse ancora primitivo nelle sue esperienze mentre l’uomo di oggi si avvale dei mezzi tecnologici più disparati (dal telefono al computer all’automobile), quasi come protesi naturali della persona. Maria Pia Rossignaud, Direttore di Media Duemila, ha ricordato questa “grande mutazione” come elemento fondamentale per comprendere il senso del mondo. Massimo Giordani di Time&Mind ha raccontato della forte capacità sinergica sviluppata dai social network come vero e proprio motore di aggregazione di opinioni, ma anche di consumi e movimenti civili.

 

Le attività e le esperienze virtuose della città di Mirandola, pur colpita recentemente dal terremoto, sono state presentate dall’Assessore Caterina Della Casa, dai Dirigenti del Centro Pico, Cesare Guasti e Giampaolo Ziroldi, e da Cosimo Quarta, Direttore della Fondazione Cassa di Risparmio che sostiene il Centro. Accanto ad un’attività economica ed industriale di tutto rilievo restano forti i risultati formativi e scientifici, attraverso l’impegno di una popolazione intelligente e volitiva. A conclusione del convegno Giampaolo Ziroldi, Direttore del Centro Pico, e Cristiana Clementi, Responsabile Associazione Commonlands, hanno presentato un progetto di intervento sull’identità culturale di Mirandola che comprenderà un laboratorio interattivo, un concorso per le scuole, un piano di marketing territoriale e un albo dei Mecenati per sensibilizzare il panorama imprenditoriale locale e nazionale e trovare strumenti efficaci per la ripresa economica. Paolo Lutteri, membro dell’Osservatorio TuttiMedia e coordinatore del workshop, ha portato ai presenti anche gli speciali messaggi di Derrick De Kerckhove, già Direttore della Fondazione McLuhan e guru delle esperienze digitali, di Giovanna Maggioni, Direttore Generale dell’Upa, che riunisce le più importanti e prestigiose aziende industriali italiane, e Giovanni Caprara, Presidente dell’Associazione Giornalisti Scientifici italiani.

 

 

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