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PER UNA COMUNICAZIONE PIU' UMILE - Indicatore Mirandolese

Comunicare ottimismo e non tristezza, mi dicono. I fatti comunicano ottimismo, non le parole. Le parole che comunicano ottimismo senza i fatti, di fatto comunicano tristezza. I bambini che lanciano in aria i palloncini all’inaugurazione delle loro scuole provvisorie, comunicano decisamente ottimismo. Perché l’avvio dell’anno scolastico non era certo scontato, specie nella testa di noi genitori. Comunicano ottimismo perché è stata data una risposta certa, vera, non scontata, sicura.
Invece il teatrino delle tasse, proroghe, fantomatiche “no tax area”, non comunicano ottimismo. Neanche se ne scriviamo bene. Nemmeno se la buttiamo in poesia. Nemmeno con un esercizio virtuoso di scrittura creativa. La propaganda di regime – qualcuno l’ha definita così – non esiste nelle aree terremotate per il semplice fatto che qui più che altrove le persone non hanno nemmeno la forza di ascoltarla. Per non dire la voglia. Guardano i fatti e li giudicano con autonomia. Vedono le cose venute bene e quelle venute meno bene. Sono i fatti che parlano, specie di questi tempi, e ne dovrebbero tener conto anche a Roma nell’avvio di questa campagna elettorale degna della fantasia di Samuel Beckett. Oggi non c’è bisogno di un ottimismo studiato a tavolino da maghi pubblicitari e strateghi della comunicazione. C’è bisogno di verità, della comunicazione delle cose così come stanno nella loro palese manifestazione. Le cose belle e le cose brutte. Guardando con occhi disincantati, una volta per tutte, i pifferai, gli unti del Signore e quelli che aizzano le folle alimentando rabbia senza indicare nessuna soluzione e che dicono: «se la pensi diversamente da me, sei fuori». Abbiamo un gran bisogno di una comunicazione più umile. Senza bugie, senza saccenza e senza ipocrisia.

Cristina Ceretti

Capogruppo PD

Consiglio Comune di Mirandola

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