PER SALVARE AIMAG ANCHE UN REFERENDUM PER L’ANNESSIONE DELLA BASSA MODENESE ALLA LOMBARDIA - Indicatore Mirandolese
Le opinioni di cittadini tecnici ed ex amministratori tra sdegno e critiche ai sindaci PD di Carpi e Terra d’Argine per il si al controllo di Hera
Sdegno generale a Mirandola e nei Comuni dell’AREA NORD soci di Aimag, a Concordia dove i cittadini lanciano strali contro il sindaco Pd Luca Prandini, reo assieme ai colleghi di partito di Carpi e Soliera, oltre a Novi, Bomporto e Bastiglia di aver favorito il trasferimento a Hera del controllo di fatto sulla gestione dell’utility locale. Il caso Aimag tiene banco: è l’ennesima mortificazione riservata alla Bassa, privata e impoverita nel corso dei decenni di servizi, viabilità e infrastrutture per mano del Partitone che per oltre 70 anni l’ha governata tra promesse mai mantenute e proclami pre-elettorali. E’ vero che la maggioranza dei sindaci Pd si era schierata a favore dell’autonomia di Aimag, ma i rimanenti, complici del Pd regionale e provinciale, hanno sostenuto il sindaco di Carpi Alberto Bellelli con il grande aiuto della Fondazione CrCarpi. Dopo l’Ospedale di Mirandola depotenziato, che tra non molti anni potrebbe diventare Casa della Salute a fronte di un polo biomedicale di altissimo livello internazionale, dopo le infrastrutture viarie mai realizzate e i servizi dimezzati o annullati, il caso Aimag riassume il fare politica contro gli interessi dei quasi 100mila cittadini dell’Area nord. Tanto che l’idea di un Referendum proposta dall’architetto Massimo Petocchi, e raccolta dall’Indicatore Mirandolese, non solo piace, ma potrebbe dare un futuro a questa terra laboriosa. “Contribuiamo col nostro 2.5% al Pil nazionale, realtà più volte sfoggiata dal presidente della Regione Stefano Bonaccini, ma poiché Regione, Ausl e Pd fanno mere speculazioni a nostro danno perché non indire un Referendum per l’annessione della Bassa modenese al Basso mantovano? Visto che tasse e tributi non vengono reinvestiti anche sul nostro territorio tanto vale versarli alla Lombardia. Al di là delle sacrosante lamentale e proteste – prosegue Petocchi – la parola deve passare ai cittadini, sacrificati e usati come bancomat dalla peggior politica, e a giochi di potere che mirano al core business a scapito delle comunità”.
Hera diventa di fatto la nuova padrona di Aimag, nata e cresciuta a Mirandola nei primi anni ’60, che dal ’70 ha aperto le porte all’ingresso di altri Comuni, anche fuori regione. In pochi avrebbero scommesso che il Partitone potesse arrivare a tanto. “E’ una scelta sbagliata, davvero inattesa” _ commenta amareggiato Quirino Mantovani. “Aimag è nata a Mirandola da idee e lavoro dei mirandolesi” – sottolinea l’avvocato Andrea Testi. “La sua sede principale è tuttora a Mirandola. L’espansione territoriale, negli anni, è stata notevole e proficua. L’azienda è sana, e quindi sconcerta che sindaci PD come Alberto Bellelli di Carpi, che attira a sé i colleghi del Comprensorio Terre d’Argine, intendano farla entrare nella galassia Hera, probabilmente per meri obiettivi personali. Stessa cosa per il sindaco di Concordia, simile a un Esaù di biblica memoria, che ha svenduto il suo piatto di lenticchie. Ma il più spudorato si dimostra il sindaco di Soliera Roberto Solomita, nonché segretario provinciale PD, che nulla ha fatto per cercare una sintesi con i colleghi della Bassa. Cose che mai sarebbero accadute ai tempi del Pci. Altri uomini, altri ideali, altri obiettivi”.
Dopo il ‘regalo’ a Hera, sembra quasi finzione rispolverare a ogni inaugurazione post sisma il valore della Bassa modenese quando di fatto viene periodicamente smembrata, di vita e di risorse. “Se ripenso al sindaco di Concordia Prandini, che anni fa propose una mozione per annullare l’Assessorato alla Sanita che spettava al sindaco di Mirandola Alberto Greco, solo perché leghista, oggi – commenta Ubaldo Chiarotti (portavoce di ‘Salviamo l’Ospedale’) – cosa dovrebbero fare i cittadini di Concordia? E quelli della Bassa dopo che i sindaci Pd firmarono il Pal 2011 che segnò la morte dell’Ospedale di Mirandola? Se poi Cpl Concordia – aggiunge Chiarotti – nel corso degli anni ha fatto passi da gigante anche grazie a figure come l’ex presidente Roberto Casari, la collaborazione competitiva, a volte puntigliosa fra Aimag e Cpl ha contribuito a stimolare entrambe queste realtà a crescere e aumentare il know-how nei settori di fornitura acqua, gas, e trattamento rifiuti e acque reflue. Oggi invece – conclude Chiarotti – Hera ottiene il controllo di Aimag, sua concorrente, non solo senza sborsare un euro ma al contempo nuocendo ai bilanci comunali. Carpi ha già accordi con Hera?”. Luigi Marchi, negli anni ’70 segretario Fgci e allora membro nel cda di Aimag, in quota Pci, parla di “operazione che mina alla radice la ‘mission’ di Aimag, nata come servizio alle comunità. Aimag è un’azienda sana, e anche per questo non doveva passare a Hera. Adesso cosa avrà in cambio il fruitore finale, il cittadino?” Quesito che in tanti si pongono. “Il passaggio a Hera è un salto nel buio, negativo e inficiante nei confronti dei servizi offerti ai cittadini, senza contare – dichiara Flavio Rebecchi, ex dipendente Burana – che l’operato di Hera nei territori di competenza non risulta positivo, anzi, e rischia in questo modo di macchiare la realtà di Aimag. Sarebbe doveroso che i Comuni favorevoli al passaggio in Hera si facessero un serio esame di coscienza, perché la tutela dei cittadini è loro diretta responsabilità”. Libero Montagna, docente di fisica e matematica, ex presidente Avis, parte da una analisi ‘pratica’. “Conosco diversi tecnici Aimag, ex studenti del Galilei, e da loro ho appreso che Aimag ed Hera hanno differenti sistemi operativi, oltre al fatto che il ‘quadro’ Aimag è composto di tecnici altamente professionali, che potrebbero non gradire il passaggio in Hera, eventuali spostamenti a Bologna e quindi scegliere di approdare nel privato. Avanti di questo passo e dopo l’Ospedale di prossimità avremo Comuni di prossimità, spolpati di tutto”. Carla Farina, in congedo dopo anni trascorsi in Comune dove ha ricoperto ruoli di primo piano nei settori cultura e scuola ricorda la tenacia dei carpigiani. “A differenza dei nostri, erano sovente in Regione a far valere la loro posizione e il loro territorio, spesso con buoni risultati. Oggi sapere che un ‘patrimonio’ come Aimag verrà fagocitato dal colosso Hera fa male, e fa male veder cedere in questo modo servizi forniti ai cittadini con competenza e innovazione che si estendono e sono apprezzati anche dalle comunità del Basso mantovano, dove sono le mie origini. Forse i sindaci della Bassa modenese hanno capito troppo tardi cosa stava accadendo.