OSPEDALE : DOPO LA CHIUSURA DEL PUNTO NASCITE ORA A RISCHIO IL PRONTO SOCCO NOTTURNO - Indicatore Mirandolese
“Basta tagli, la situazione non è più tollerabile”. Cittadini esasperati mentre c’è chi inizia ad avanzare soluzioni alternative
“È intollerabile, bisogna dire basta!”. Contro i continui tagli alla sanità della Bassa modenese si alza il grido di dissenso dei cittadini.
Dopo la chiusura del Punto Nascite, con annessa carenza di un anestesista reperibile per urgenze ostetriche, ora potrebbe toccare al Pronto Soccorso notturno, punto di riferimento per gli 86 mila abitanti dei nove Comuni. A sganciare la ‘bomba’, così l’ha definita, è stato il presidente del CTSS (Conferenza Territoriale Socio Sanitaria) Giancarlo Muzzarelli annunciando, a conclusione del primo incontro del nuovo anno, l’oggetto di prossima discussione: la ‘riorganizzazione dei PS’. Tanto è bastato per sospettare che a farne le spese per carenza di personale e di risorse sia il PS di Mirandola, viste le difficoltà in cui versa da mesi dopo che l’Asl l’ha appaltato a una cooperativa.
Le voci corrono, e medici e cittadini temono che la scure dei tagli possa abbattersi di nuovo sull’Ospedale di Mirandola. “Se qualcuno sta male di notte cosa deve fare, cosa dobbiamo fare noi residenti della Bassa modenese?”, chiede allarmata Jessica Taormina. Un assillo, il suo, condiviso da tutti, nonostante la garanzia dell’elisoccorso nei cieli dei nove Comuni in servizio anche di notte.
“Abito a San Martino Spino, noi delle frazioni siamo ancor più penalizzati”, commenta Maria Grazia Ausanio. “Avanti di questo passo e l’Ospedale chiude”. Patrizia Pugliese, da sempre in prima linea a difesa della sanità della Bassa modenese, lancia l’invito popolare a ‘boicottare l’Ospedale Ramazzini. “L’Ausl, da decenni, ha deciso di penalizzare il nostro Ospedale a favore di Carpi e Sassuolo e ogni qualvolta che dal PS di Mirandola accettiamo il trasferimento a Carpi avalliamo quelle scelte. D’ora in poi scegliamo il Policlinico, almeno ci sono i trasporti pubblici, e rifiutiamo Carpi. È chiaro ormai che si sta combattendo una guerra tra territori della provincia. Quelli più privilegiati, Carpi e Sassuolo – conclude – vogliono continuare a rimanere tali a spese della Bassa e del Frignano. É ora di dire basta!, perché se chiude il Ps di notte avanti di questo passo e sarà chiuso anche di giorno”.
Nel frattempo, i Comitati pro-Ospedale dopo le richieste avanzate alla dg Asl Anna Maria Petrini sono in attesa di un incontro con l’assessore regionale alla Sanità Raffaele Donini. “Chiediamo i primariati mancanti, i posti letto sottratti durante il sisma come la terapia semintensiva, reparto di cardiologia e pneumologia a pieno ritmo, riapertura del Punto Nascite, chirurgia d’urgenza e Ps h24” dichiara Ubaldo Chiarotti.
Al di là dello ‘scandalo sanità’, con i quasi 800 milioni di debito regionale e il rischio commissariamento, i cittadini sono in prima linea anche per cercare soluzioni.
“All’ormai manifesta incapacità gestionale e organizzativa della Sanità e delle reiterate proteste di noi cittadini, occorrono strategie e alternative” – sottolinea Gianni Rossi, che mette in campo alcuni idee: “L’istituzione di corsi di PS tenuti da personale medico e rivolti al cittadino, che almeno potrà gestire in proprio situazioni di lieve entità, e dello ‘psicologo di città’, in funzione in Lombardia per i casi meno gravi. Soluzione, questa, che sarebbe in grado di alleggerire il Centro di Salute Mentale al collasso, con soli due medici a fronte di un bacino di utenza di 950 pazienti dei nove Comuni”.
Carenze di personale e strutturali, e a rimetterci, soprattutto da dopo il sisma 2012, sono solo e sempre i cittadini dell’Area Nord costretti a migrare in altri nosocomi, anche fuori regione. “E’ vergognoso che una area come la Bassa, distante da tutto e sede del polo biomedicale, secondo al mondo per importanza, sia costantemente penalizzata” – commenta Letizia Ravara. “Spezza il cuore la chiusura del Punto Nascite e ora è a rischio il PS notturno. Il nostro Ospedale può contare su medici e personale infermieristico di alto livello, ma la politica in questi ultimi decenni, e in particolare dopo il sisma, altro non ha fatto che depotenziarlo, a fronte di promesse mai mantenute. Ora tutti, partiti e cittadini, devono scendere in campo a difesa del nostro nosocomio”.