MIRANDOLA: OSPEDALE E PUNTO NASCITA IN COSTANTE EMERGENZA: GARA AUSL PER MEDICI ESTERNI ANCHE NEL 2023 - Indicatore Mirandolese
Continua a tutti i livelli istituzionali l’impegno dell’Amministrazione comunale di Mirandola in difesa dell’ospedale Santa Maria Bianca, del suo punto nascita e del suo potenziamento. Un impegno che purtroppo non trova riscontro nelle azioni del governo della sanità emiliano-romagnola e dell’Ausl provinciale. Quest’ultima, esprimendosi all’interno della commissione tecnica sanitaria regionale che ha fornito alla Regione il parere da allegare alla richiesta di deroga all’apertura del punto nascita, da inoltrare al ministero, ha chiesto espressamente di concedere l’apertura fino al 31 dicembre 2022, per poi procedere alla chiusura. Di fatto dal primo gennaio 2023. Una ipotesi per noi inammissibile ed inaccettabile.
Per giustificare la richiesta di chiusura la commissione tecnica della Regione Emilia-Romagna ha evidenziato, oltre al calo dei parti sotto i 500 annui (anche se è stato dimostrato che se non fosse per l’obbligo imposto di gestire solo i parti fisiologici, Mirandola come ospedale di riferimento per l’area nord avrebbe un numero di gestanti residenti nei comuni del distretto vicino ai 600), e con la carenza di personale, sia sul fronte dell’emergenza urgenza sia dell’ostetricia, a cui si è fatto fronte con l’appalto ad una cooperativa esterna per la fornitura, per sei mesi, di medici e professionisti. Scelta, quest’ultima, fortemente contestata su più fronti, vista anche la disparità di trattamento tra i professionisti esterni (con turni pagati 1476 euro) e quelli interni. Modalità, quella del ricorso a medici esterni, valutata negativamente dalla stessa Ausl. I motivi? Tra i principali, la difficoltà di creare un team stabile, garanzia di efficienza, sicurezza. Concetto evidenziato nei giorni scorsi in una lettera aperta del Prof. Giuseppe Masellis, già direttore del UO di ostetricia di Mirandola e componente commissione nascita Regionale e Ministeriale (pagina a fianco). Anche su questo fronte il Comune di Mirandola ha agito in controtendenza, emanando un bando per favorire, attraverso contributi per l’affitto al personale ospedaliero, la permanenza dei professionisti sul territorio.I risultati non si sono fatti attendere, con 17 richieste di contributo.
Se la nostra posizione è chiara, quella dell’Ausl assolutamente no. L’Ausl valuta negativamente il ricorso a medici esterni , la pone come criticità e ostacolo per chiedere di non concedere la deroga all’apertura del punto nascita. Poi decide, il 2 dicembre scorso, un giorno prima della scadenza del contratto non rinnovabile con la cooperativa di somministrazione dei medici che ha gestito il servizio negli ultimi sei mesi, di indire in modo arbitrario e non condiviso, una gara europea da 678.000 euro l’anno per la copertura, con personale esterno, dei servizi di ostetricia e ginecologia dell’Ospedale. Difficile da comprendere. Dopo avere valutato negativamente il ricorso a medici esterni, l’Ausl ha decido di metterlo a sistema e di estendere tale modalità per l’intero prossimo anno con un enorme dispendio di soldi pubblici. Non è di una ulteriore e costosa soluzione emergenziale che ha bisogno l’ospedale. Senza considerare che i tempi di una gara europea, ancora da pubblicare, potrebbero spostare l’arrivo di nuovi medici, nella migliore delle ipotesi, tra mesi. Quando ormai, se fosse per la stessa commissione tecnica, il punto nascita dovrebbe essere sarebbe già chiuso.
Sul fronte ospedaliero le cose non vanno meglio. Il Santa Maria Bianca, stando ai dati forniti dal Comitato Salviamo l’ospedale della bassa, avrebbe attivo ad oggi poco meno della metà dei posti letto previsti nei piani post sisma. Ma ciò che preoccupa è il permanere del totale squilibrio di funzioni, risorse umane e strumentali, tra l’ospedale di Mirandola e quello di Carpi. Altro che due ospedali dello stesso livello come sancito, per ora solo sulla carta, dalla Commissione Territoriale Socio Sanitaria. Fatto sta che a Carpi in settimana è stato dato anche il via libera alla realizzazione del progetto di Bretella stradale Fossoli che, dichiaratamente, dovrebbe garantire il collegamento da nord all’area in cui sorgerà il nuovo ospedale di Carpi. Ulteriore segno del tentativo, da parte del governo regionale e provinciale, di impoverire il nostro ospedale spostando il baricentro della sanità dell’area nord, dal Santa Mria Bianca, al Ramazzini. Tentativo che continuerà a vederci fermamente contrari.