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NON CI SONO MEDICI: AD UN ANNO DALLA CHIUSURA DEL PUNTO NASCITA, IL PRONTO SOCCORSO È IN EMERGENZA - Indicatore Mirandolese

NON CI SONO MEDICI: AD UN ANNO DALLA CHIUSURA DEL PUNTO NASCITA, IL PRONTO SOCCORSO È IN EMERGENZA

Nessuna voce allarmistica. La criticità è reale e definita nero su bianco dall’Ausl di Modena nella premessa all’ultimo avviso, pubblicato il 15 dicembre scorso, per la ricerca urgente di tre medici da destinare al Pronto Soccorso dell’ospedale Santa Maria Bianca. Se il fenomeno dell’esodo del personale sanitario dalle aziende pubbliche, provocato dalle condizioni sempre peggiori di lavoro, è trasversale a tutti i settori della sanità, territoriale e ospedaliera, è l’emergenza-urgenza a soffrirne di più. E l’ospedale di Mirandola, in particolare modo. Insieme all’ostetricia, anche la continuità del Pronto Soccorso era stata garantita, a Mirandola, dal ricorso alle cooperative esterne di medici. Costose (circa 1400 euro a turno) e che per lo più non avevano portato, a detta della stessa dirigenza, ai risultati auspicati in termini di qualità. Al punto da spingere l’Assessore regionale Donini ad indicare come non più percorribile il ricorso alle cooperative stesse. Ed è così che i nodi, anziché sciogliersi come già si auspicava dovessero essere sciolti un anno fa, si infittiscono e vengono al pettine. Quando la carenza di personale dell’ostetricia dell’ospedale di Mirandola fu talmente estesa da spingere Regione e Ausl a disporre, senza alcun confronto, la sospensione (a parole) e alla chiusura (nella sostanza), del punto nascita. Anche se emerse chiaramente come la carenza di personale fosse solo la goccia finale di un processo di indebolimento del punto nascita che partì anni prima, con l’invio di sempre più gestanti da Mirandola a Carpi, sfociato nella relazione tecnica sulle condizioni del punto nascita della Regione dell’ottobre 2022 e che, dichiarando l’insostenibilità economica, i non soddisfacenti risultati ottenuti, in termini organizzativi, dal ricorso alle cooperative ed altre criticità ne suggerì la chiusura entro il 31 dicembre 2022. A Natale già a Mirandola non era più possibile nascere. A distanza di un anno, la stessa carenza di personale, tale da incidere sui servizi essenziali, emerge per il Pronto Soccorso. Ai lettori ogni considerazione.

DALLA REGIONE ATTENDIAMO E PRETENDIAMO UNA SVOLTA

Le possibilità che una amministrazione comunale ha di incidere sulle politiche sanitarie della Regione non sono tante, se non per iniziative autonome, come il bando comunale varato per gli affitti agevolati riservati al personale medico e infermieristico non di Mirandola. Ma questo è un segnale che da solo non basta. Serve che la politica regionale affronti davvero le criticità e le cause della carenza di personale e vi ponga rimedio. Non possiamo accettare che Regione e Ausl procedano nei confronti del Pronto Soccorso come è stato fatto per il Punto nascita.

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