MEMORIA FESTIVAL: ANCHE QUEST'ANNO HA INCURIOSITO E CONQUISTATO IL PUBBLICO - Indicatore Mirandolese
Esistono oggetti, anche immateriali, capaci di cogliere in modo così icastico tratti della storia, dell’identità e della tradizione del nostro Paese, da esserne diventati simboli e ambasciatori, qui come all’estero. Di questo si è ragionato, dialogato e anche riso, in questi giorni a Mirandola grazie agli ospiti del Memoria Festival, promosso e organizzato dal Consorzio del Festival della Memoria in collaborazione con Giulio Einaudi Editore, riscoprendo L’Italia in 50 oggetti (e 50 istruzioni per l’uso). Da venerdì a domenica, un programma ricco di appuntamenti diversi e con una sezione appositamente dedicata ai più piccoli, con giochi, laboratori e spettacoli teatrali (dai 4 ai 13 anni). Un pubblico affezionato e numeroso ha animato i luoghi del Festival, diffuso tra piazze, portici e giardini, con una graditissima sorpresa per i mirandolesi: in anteprima rispetto alla sua reinaugurazione ufficiale, dopo gli anni di restauro successivi alla devastazione del sisma, il Chiostro San Francesco è stato restituito alla cittadinanza proprio in occasione della manifestazione, diventando un nuovo spazio di incontro e socialità.
“Abbiamo pensato di proporre una riflessione sulla memoria a partire da ciò che certi oggetti, alcuni anche immateriali, raccontano o simboleggiano del nostro Paese, così da offrire non una singola prospettiva ma un mosaico di punti di vista su chi siamo, individualmente e collettivamente”, ha dichiarato Maria Paola Bergomi, Presidente del Consorzio per il Festival della Memoria. “Anche quest’anno è stato un festival diffuso, che ha animato vari luoghi della città, incluso uno appena tornato a disposizione della comunità e subito entrato in scena fra le location più apprezzate della nostra manifestazione”.
“Non potremmo essere più orgogliosi per i risultati e la perfetta riuscita del Memoria Festival: numeri che confermano come per Mirandola, e per la sua comunità, questa manifestazione rappresenti un appuntamento ormai irrinunciabile”, commenta il Sindaco di Mirandola Alberto Greco. “Un palinsesto ricco di appuntamenti che hanno saputo incontrare un largo gradimento e, cosa ancor più importante, catalizzare l’attenzione per ben tre giorni – a livello locale, regionale, nazionale – sulla nostra Città. Un ringraziamento doveroso, a nome di tutta l’Amministrazione, va alla Presidente Maria Paola Bergomi, al Direttore artistico Giampaolo Ziroldi, a tutti gli organizzatori, ai volontari e alle tante realtà che hanno contribuito economicamente alla realizzazione dell’edizione 2023”.
E così, spaziando tra invenzioni rivoluzionarie, piatti e alimenti radicati nel nostro dna regionale e nazionale, abitudini, tipi e stereotipi, fenomeni sociali, strumenti musicali e luoghi simbolici, tanti sono stati gli incontri da tutto esaurito: la proiezione per i bambini di filmati di Charlie Chaplin e Buster Keaton, commentata da Giuliana Valentini, le riflessioni di Anna Lisa Tota su come combattere l’inquinamento delle parole e dei pensieri, l’omaggio reso a “sua maestà il tortellino” da Carlo Alberto Borsarini, la memoria del paesaggio e del territorio condivisa da Paolo Campagnoli, Doriano Castaldini e Stefano Lin, il mito della Ferrari raccontato da Leo Turrini, la ricostruzione e le ipotesi di Saverio Campanini e Giovanna Murano sui libri letti e consultati da Pico, i comici Vincenzo Albano, Max Angioini, Chiara Anicito, Willer Collura, Alberto Farina e Ginevra Fenyes che hanno dato prova della peculiarità del riso italiano, e la testimonianza della regista Elisabetta Villaggio su suo padre, l’uomo dietro la maschera. Ma non è tutto: sold out nella giornata di sabato anche per la tavola rotonda sul Distretto Biomedicale con Carlo Affuso, Giuliana Gavioli, Gianluca Marchi, Anna Oliva e Giacomo Villano, la storia del reattore nucleare illustrata da Francesco Romanelli, l’incontro con degustazione dedicato al Parmigiano Reggiano in compagnia di Ferdinando A. Giannone, Luca Marchini e Kristian Minelli, quello sui linguaggi e gli stili della moda, raccontati da Anna Molinari e Giulia Rossi, come pure l’analisi della forza della gestualità proposta da Claudio Nobili, le considerazioni su Stato, arte e cultura, a partire dal caso della Biennale, con Paolo Baratta e Gian Piero Brunetta. Nella serata tutto esaurito per Maurizio Vandelli e la sua passione per il vinile e la radio, Alessandro Marzo Magno sulle curiosità e leggende legate alla gondola, Marco Albino Ferrari che ha parlato di Dolomiti e cultura della montagna e Ornella Muti che davanti ad un pubblico emozionatissimo ha raccontato i momenti importanti della sua carriera e le sfide del mestiere di attrice. Stamattina tutto esaurito anche per il resoconto sulla scoperta di un’inedita poesia di Pico da parte di Michele Casaccia, nel pomeriggio per l’analisi sui cambiamenti e le caratteristiche della comunicazione politica da parte di Francesco Giorgino, e per la figura del Vate e della sua vita come opera d’arte rievocate da Giordano Bruno Guerri.
Attento e numeroso il pubblico accorso per appuntamenti su argomenti e “oggetti” anche molto diversi: le considerazioni sulla lotta alla mafia con Roberto Mistretta, il confronto tra Pierangelo Bertoletti e Manuela Costa sulle demenze digitali e le nuove dipendenze tecnologiche, il focus sull’applicazione della Convenzione di Instanbul con Ada Odino e Fabio Roia, il viaggio attraverso 60 anni di spettacoli e varietà italiani proposto da Silvia Annicchiarico e Gabriella Mancini, la ricerca di un consenso etico tra culture, al centro delle analisi di Alberto Melloni e Salvatore Natoli. E ancora: Bruno Mastroianni sul telefono, la sua evoluzione e il suo impatto sulla società, Sandro Cappelletto con Nicolò Balducci e Romolo Saccomanni sulla figura degli evirati cantori, Adriano Ercolani su Pico e la spiritualità, Aldo Grasso che ha rievocato la magia del Carosello, Claudio Strinati (in video-collegamento) sull’importanza della prospettiva in architettura come nella vita, Nicola Labanca sulla storia delle armi da fuoco, Lina Bolzoni e Tullio Pericoli che hanno ragionato di paesaggi, naturali, interiori, immaginari, Alessandra Ammara, Sandro Cappelletto, Paolo Fazioli e Roberto Prosseda sulla costruzione dei pianoforte in passato e oggi, per finire con lo spettacolo teatrale dedicato a Ulisse con Alessandro Calabrese, Francesca Cecala e Antonio Panice. Grande affluenza stamattina per Gian Piero Brunetta e Marco Tullio Giordana in dialogo sull’immagine e il ruolo dell’automobile nel cinema, per Elisabetta Moro, Marino Niola e Lello Scuotto sul presepe napoletano, fra tradizione e innovazione, e per Stella Saladino, che ha spiegato cosa ancora hanno da insegnarci le piante per il nostro benessere. Seguiti in questi giorni, con partecipazione e interesse, anche l’incontro sul Nord-Sud (d’Italia) con Luca Miniero, Marino Niola e Venanzio Postiglione, il dibattito su origini, impatto sociale e caratteristiche scientifiche della pizza, insieme a Elisabetta Moro, Eliana Liotta e Marino Niola, la lectio di Vittorio Marchis sul giunto cardanico, l’excursus storico e scientifico di Paolo Galluzzi sul cannocchiale e le riflessioni, letterarie, sulla maternità e la lotta alla violenza sulle donne di Giuseppe Valenti.
E così è stato anche per l’ultimo giorno con: casi e tipi di Ingiustizia, analizzati da Gaia Tortora, il valore della Solidarietà nell’esperienza di Stefano Zamagni, le Brigate Rosse e un vita del Novecento raccontate da Giuseppe Culicchia (in video-collegamento), La vita e il computer, che non sarebbero quelli odierni senza il microchip inventato da Federico Faggin, Cuore di Edmondo De Amicis e il suo ruolo nella costruzione dell’italianità, secondo Marcello Fois, storia ed evoluzione della Cambiale nell’analisi di Mariangela Pira, Il mondo della scuola con i suoi tic e stereotipi catturati da Filippo Caccamo, La moka (e l’invenzione del Made in Italy) al centro dell’intervento di Elena Dellapiana, le Storie di calcio di Luca Toni, la figura di Giuseppe Pederiali nel ricordo di Roberto Barbolini e, infine, il viaggio misterioso Nella città senza nome in compagnia di Natasha Stefanenko.