LUNGHE CODE ALLA FARMACIA DELL’OSPEDALE. C’È CHI È COSTRETTO A CHIEDERE UN PERMESSO LAVORATIVO - Indicatore Mirandolese
Pubblicato su L’Indicatore N.1 2024, distribuito a partire dall’11 gennaio scorso.
Anche un’ora di attesa, dipende dalla gente che c’è, e in fila alla Farmacia interna dell’Ospedale ce n’è sempre tantissima. La Farmacia, infatti, rifornisce i vari reparti ospedalieri e il pubblico destinatario di un piano terapeutico. “Il personale è professionale, premuroso e gentile, il problema non dipende certo da loro. Tuttavia, se fossero in più unità, anziché in due o tre, magari i tempi si ridurrebbero di parecchio, invece l’attesa è lunga, e c’è chi è costretto a chiedere una ora o due di permesso lavorativo” – dichiara una signora che preferisce mantenere l’anonimato. Come i tanti in fila che mugugnano, “perché le ore volano, ma niente nome e cognome”. Questione di rispetto nei confronti dei farmacisti, “che ci conoscono ormai per nome e sono disponibili. Il problema non dipende da loro, è un peccato fargli torto”. Quale sia il motivo principale delle lunghe fila di attesa, evidenziato soprattutto durante le festività ma che persiste da mesi, è difficile da capire. C’è chi lo riconduce all’attacco hacker subito dall’azienda Ausl, “che ha rallentato la tabella di marcia dei farmacisti facendo scomparire dai monitor i vari preparati galenici per i pazienti e i piani sanitari” – commenta un utente in fila. Secondo altri, invece, “l’attacco non c’entra, la colpa è della cronica
carenza di personale e della ‘macchina’ sanitaria, ormai rallentata su tutti i fronti. I farmacisti all’interno della Farmacia Ospedaliera devono smistare i farmaci per noi pazienti e per i reparti ospedalieri”. Poco personale a fronte di numerosi utenti, quelli dimessi dai reparti e che per lunghi mesi devono seguire a domicilio la terapia. “Ci sono code la mattina e il pomeriggio. È raro vedere poca gente, anche se ad ottobre andava meglio. Vengo qui ormai da quattro mesi, tra due scade il mio piano terapeutico, poi i farmaci – racconta un altro utente – vengono dati col contagocce, un mese per l’altro, anziché per due”. Lamentele si sono registrate anche a fine anno quando gli utenti di Mirandola e dell’Area Nord si sono trovati a dover fare i conti con la chiusura di Medibase, la cooperativa di medici sorta dopo il sisma, e attiva nei week end. “Tra l’altro – fa sapere Ubaldo Chiarotti del Comitato ‘Salviamo l’Ospedale’ – la cose grave è che il personale del Pronto Soccorso non fosse stato adeguatamente informato dall’Ausl della cessazione di Medibase, a partire dal 1° gennaio. Problemi su problemi, senza contare che i medici di famiglia della Bassa modenese oltre a segnalare forti criticità dei Cau attivi in Emilia Romagna per la carenza di personale, aspetto che potrebbe presto interessare anche il Cau di Finale, denunciano il fatto che “di notte possiamo contare su due sole ambulanze per 9 comuni, e comunque senza medico, perché il servizio dell’automedica, poi auto infermieristica è stato sospeso, e su un solo medico in Pronto Soccorso a Mirandola, che non può uscire per le urgenze. L’unica automedica in circolazione è quella di Casumaro” – dichiarano.