L’IMPEGNO DEL BURANA IN VISTA DELLE PIOGGE - Indicatore Mirandolese
Novembre e dicembre, meteorologicamente, sono tra i mesi più critici per chi lavora in bonifica.
Francesco Vincenzi fa il punto sul reticolo idrografico artificiale di 2.500 km di canali che fanno capo al Consorzio Burana, da lui presieduto, in vista della stagione invernale.”L’eccezionale piovosità dell’estate appena trascorsa ha lasciato alcuni problemi in via di risoluzione nel reticolo dei canali a sud di Modena e il Sistema di bonifica della Bassa pianura modenese, è di nuovo efficiente dopo i danni lasciati dalla rotta di Secchia di gennaio scorso, fortunatamente non desta preoccupazione grazie agli interventi messi in atto tempestivamente, al fine di affrontare le precipitazioni attese nel periodo invernale. Bisogna dar merito alla Regione Emilia-Romagna e, in particolar modo, il Dipartimento di Protezione Civile per aver dato priorità agli interventi sbloccandone il finanziamento con la massima urgenza e poter così ripristinare la piena funzionalità idraulica dei nostri canali di bonifica.”
Va ricordato infatti che, la rotta del Secchia di gennaio scorso, nonostante sia stata originata dal cedimento dell’argine di un corso d’acqua naturale, dunque, non governato dal Consorzio Burana, con il conseguente allagamento di vaste porzioni di territorio comprese tra Secchia, Panaro e Canale Naviglio, ha avuto inevitabili, importanti ripercussioni anche sul reticolo di bonifica. I canali artificiali in gestione al Burana, infatti, si sono trovati a dover gestire il transito di un carico eccezionale di acqua, fango e detriti risultando fondamentali nell’evitare l’allagamento di un territorio ancora più ampio.
Il direttore del Burana, l’Ing. Cinalberto Bertozzi, ricorda quelle drammatiche ore e spiega qual è la situazione oggi: “quando ti si riversano 17 milioni di metri cubi d’acqua in una piana fatta a forma di catino, dove sai che vivono migliaia di persone e operano decine di aziende che sono il cuore pulsante dell’economia italiana, sai che diventa una lotta contro il tempo. I canali di bonifica presenti in quel catino compreso tra i fiumi Secchia a sinistra, Po in alto e Panaro e Samoggia a destra, che è il comprensorio di pianura del Burana, hanno compiuto un lavoro eccezionale: hanno scolato oltre 5 milioni e 600mila metri cubi di acqua e fango per gravità, mentre con l’aiuto delle pompe idrovore sono stati allontanati altri 11.300.000 metri cubi di acqua di Secchia, facendogli fare il viaggio fino in Panaro a Bondeno di Ferrara: 90 persone tra tecnici, guardiani, operai del Burana hanno lavorato giorno e notte per due settimane. Gli attori principali di questo miracolo – Canale Diversivo di Burana e Cavo Vallicella – così come Cavo Vallicelletta, Cavo Dogaro, Canale Fossa San Pietro, Cavo Fossadone, Fossetta di Camposanto, ne sono però usciti gravemente danneggiati riportando franamenti degli argini, erosione delle sponde e interrimento degli alvei per oltre 50 chilometri. Sapevamo che non potevamo permetterci di arrivare alla nuova stagione invernale con i canali in quelle condizioni. Motivo per cui, abbiamo proceduto ad una tempestiva messa in sicurezza. Anche la seconda ed ultima parte dei lavori è già stata affidata (oltre 1.500.000 € l’importo complessivo) e alcuni lavori prossimi all’ultimazione: possiamo ritenerci soddisfatti del fatto che la funzionalità idraulica è stata ristabilita a tempo di record.”
Inoltre, nell’ambito dei lavori di messa in sicurezza del territorio, il Consorzio Burana ha attuato, per conto della Regione Emilia-Romagna, la pulizia del tratto finale del Torrente Samoggia prima dello sbocco in Reno, per una lunghezza di 12 km. Storicamente, le piene del Samoggia hanno determinato situazioni di criticità nell’area orientale del comprensorio bolognese del Burana, tra cui la più recente è stata la rotta in sinistra idraulica del 1996. La pulizia del corso d’acqua contribuisce a limitare i rischi per il territorio.