LA SOPRAVVIVENZA DELL’OSPEDALE DI MIRANDOLA TRA INVESTIMENTI STRUTTURALI E FUGA DI PERSONALE - Indicatore Mirandolese
Un anno fa Ausl e Regione motivarono la decisione di boccare l’attività del punto nascite per carenza di personale. Un problema che permane
Investimenti sulle strutture e sulle tecnologie, potenziamento dell’attività chirurgica, e una Cardiologia votata all’integrazione tra ospedale e territorio. Sono queste le principali direttrici di sviluppo della sanità sul territorio del Distretto di Mirandola presentate nel recente incontro territoriale dell’Ausl da Annamaria Ferraresi, Direttrice del Distretto di Mirandola, Giuseppe Licitra della Direzione sanitaria del Santa Maria Bianca, e dei direttori di due reparti: Calogero Alfonso (Ortopedia e Traumatologia) e Fabio Gilioli (Medicina Interna). Linee di investimento che purtroppo si scontrano sia per i servizi ospedalieri che sanitari con una carenza di personale specialistico sempre più grave e preoccupante. Descritta dalla Direttrice del distretto e fatta di bandi per medici e specialisti che rimangono deserti, di aree di medici di base scoperte, fatta di professionisti che abbandonano il sistema pubblico per quello privato, che garantisce migliori condizioni salariali e di lavoro, o per andare all’estero o in altre regioni “dove oltre che la casa danno anche l’auto. Scontiamo anni di politiche sanitarie poco lungimiranti e i nodi vengo al pettine” – ha dichiarato la Direttrice che ha poi sottolineato l’impegno costante dell’Ausl nel reclutamento di personale. Necessario per evitare la chiusura dei reparti, come successo, un anno fa, per il punto nascita, la cui attività è stata bloccata pochi giorni prima del Natale dall’Ausl di Modena proprio per carenza di personale. Una carenza non superata nemmeno dal costoso ricorso alle cooperative esterne di medici (nello specifico di Mirandola per Pronto Soccorso e per l’ostetricia). Sistema da superare a detta nei mesi scorsi sia dall’Assessore regionale Donini sia, l’altra sera, dallo stesso Dottor Licitra. “La cooperativa può permettere di dare continuità al servizio ma non può dare quel grado di qualità che ci garantiscono i nostri professionisti interni’. Medici e specialisti che spinti dal richiamo di condizioni migliori lasciano il proprio incarico. E tra gli ultimi esempi citati dal Dottor Licitra ci sono alcuni delle sei unità mediche in anestesia acquisite da maggio a ottobre che poco dopo hanno abbandonato l’incarico. Riducendo un saldo che l’Ausl si sforza a mantenere attivo, con un impegno che fino ad ora ha portato all’aumento degli organici di 3 unità in arrivo tra fine anno e inizio 2024 a Cardiologia, una a Ortopedia, 2 a Chirurgia, 3 in Medicina Interna, 2 in Pneumologia, (di cui una a inizio 2024), e 2 in radiologia (di cui una a inizio 2024)