Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image
Scroll to top

Top

La seconda vita dei modellini che raccontano l'agricoltura che fu

La seconda vita dei modellini che raccontano l’agricoltura che fu

Dalla semina alla mietitura, dalla raccolta alla lavorazione della canapa passando dalla produzione delle barbabietole fino alla potatura invernale, tutto in miniatura.

Si tratta del museo della civiltà contadina, visitabile gratuitamente fino al sabato 15 febbraio negli spazi della galleria nei locali dell’ex Idea Attiva di piazza Caduti per la Libertà a Massa Finalese. L’ideatore della mostra è Athos Sorghini, imprenditore, che assieme al circolo AMICI DELLA STORIA di Massa Finalese ha allestito la mostra in memoria del padre GLORIANO l’artigiano bolognese che più di cinquant’anni fa cominciò a creare ognuno dei pezzi in esposizione che riproducono la vita e i mestieri delle nostre campagne dei primi decenni del Novecento.

Mio padre ricorda Athos era un vero artista. Ha sempre amato lavorare il legno e la passione per i modelli (ma non solo) l’ha accompagnato per tutta la vita. Dopo essere andato in pensione, ha deciso di dedicare il suo tempo nella creazione di tutti questi fantastici oggetti. Non aveva un disegno da cui partire o attrezzature professionali, solo il suo talento e la sua mente fotografica. Le sue creazioni, per me, sono davvero qualcosa di eccezionale.

Un museo di questo tipo continua Athos sarebbe molto utile nella bassa modenese: non ce ne sono di simili ed è un modo per raccontare e ricordare alle nuove generazioni com’era il mondo prima della tecnologia e degli strumenti moderni. Credo sia fondamentale ricordare da dove veniamo, sono i nostri valori.

I modellini in miniatura sono stati creati intorno agli anni settanta. Pezzo dopo pezzo, GLORIANO ha ricostruito la storia della sua giovinezza e dell’agricoltura degli anni Quaranta, Cinquanta e Sessanta. Una volta terminate, le opere sono rimaste esposte per oltre vent’anni all’interno di un circolo per anziani. Poi, per ragioni di spazio, la mostra fu spostata e stava per essere accolta in un altro museo ma per varie ragioni l’idea non si concretizzò. Dopo un paio di anni spiega Athos,  mi dissero che tutti i modellini erano stati rinchiusi in una stanza lontano da tutti. C’era il serio rischio che l’intera mostra venisse dimenticata per sempre e non potevo permetterlo.

Dopo varie telefonate e incontri, fu trovato un accordo con l’istituto tecnico agrario di Finale Emilia, che aveva accettato di esporre i modellini negli spazi della scuola. Purtroppo, per ragioni burocratiche anche quel progetto andò in fumo. A quel punto non sapendo più a chi rivolgermi, Athos si è rivolto al Comune di Finale Emilia

E’ stata l’amministrazione comunale di Finale, ad aiutare Athos a trovare uno spazio adeguato al museo. La galleria di Massa è perfetta continua Athos ma ovviamente è una soluzione temporanea. Stiamo cercando un ente o un’associazione interessati a creare questo museo che oltre ai modellini possa ospitare tante altre raccolte private interessate al progetto. Riuscire a creare questo museo ribadisce Athos (che nel territorio della bassa modenese non esiste) eviterebbe di disperdere tanti “ricordi” che oggi sono rinchiusi all’interno di scatoloni o stivati in soffitte con il serio rischio di essere distrutti e, sarebbe un bellissimo ricordo che lasciamo alle nuove generazioni, dopo tutto fino a pochi decenni di anni fa, questi “ricordi” hanno fatto parte della nostra vita.

E’un progetto molto ambizioso continua Athos che per questo oltre alle istituzioni fa appello a tutti quelle persone che hanno a cuore la nostra storia.