INSETTI NEL PIATTO? I CONSUMATORI: “SOLO CIBO SANO. NO A MODE STRAVAGANTI E A PRODOTTI SGRADITI” - Indicatore Mirandolese
Farina di grillo, alimentaristi contro l’UE: “Non tutela la nostra economia e le eccellenze gastronomiche”
L’opinione di tanti, panettieri, pizzaioli, pasticcieri, consumatori è che l’Unione Europea, più che salvaguardare le eccellenze nazionali dei Paesi membri, punti a indebolirle, anzi a demolirle. Dal 24 gennaio, negli scaffali dei supermercati si può trovare infatti la farina di grillo e alimenti creati con gli stessi… insetti. La decisione ha scatenato non poche polemiche.
“La UE non tutela la nostra economia e gli alimenti a marchio Dop e Igp, e l’ok a questo surrogato della farina conferma questa tendenza” – dichiara Silvia Mantovani, titolare de La Fornarina, a San Martino Spino. “Sono per i cibi naturali e nella preparazione dei miei prodotti da forno non faccio uso nemmeno di additivi. Cerco di rifornirmi di materie prime nazionali, sia per ragioni di sicurezza, e oggi più che mai, anche per aiutare la nostra economia. Utilizzo la farina del Mulino Padano, certificata, e da ora in poi leggerò con attenzione le etichette dei prodotti al supermercato. Il mondo sta volgendo al peggio, se non facciamo attenzione anche noi umani rischiamo di diventare ogm, senza contare che da una parte c’è la spinta ai prodotti a km 0 dall’altra alla farina di grillo, secondo gli esperti nociva alla salute e cancerogena”.
Per Massimiliano Malagutti, La Forneria del Cristo di Quarantoli, “Già da lunghi anni mangiamo prodotti ricchi di conservanti e additivi, ma la farina di grillo è il culmine. La speranza è che dietro all’ennesima trovata ci sia più pubblicità che sostanza, ma toccherà controllare con tanta più attenzione gli ingredienti dei cibi confezionati”.
Francesca Borsari, dell’omonimo Forno Borsari, a Mortizzuolo, parla di “Cosa priva di senso. L’Italia produce farine eccellenti, controllate e certificate con le quali confezioniamo prodotti sani e le tante specialità regionali. La farina di grillo non c’entra nulla con la nostra gastronomia e con il mangiare sano”.
Elisa Benazzi, titolare del Forno di Cividale, oltre a dirsi contraria e disgustata invita tutti a difendere il made in Italy. “Dobbiamo stare uniti, e mai e poi mai accettare queste follie, definite etiche. L’UE non ci tutela come dovrebbe”.
“Mi auguro – commenta Monica Pareschi, La Doppia Coppia di San Giacomo Roncole – che non diventi obbligatorio l’utilizzo di questa farina di grillo, e comunque non la userò mai nella mia vita. Nel nostro Paese e a livello europeo i problemi sono tanti e la Commissione UE perde tempo nelle assurdità anziché difendere, come dovrebbe, il made in Italy e la qualità delle materie prime”. Fornai, pizzaioli, pasticcieri che ogni giorno producono eccellenze gastronomiche fanno fronte comune contro la farina di grillo. “L’ok della UE a questa farina è un segnale negativo sotto molteplici aspetti, segno non solo che il mondo dà segnali di squilibrio, ma che l’Europa, che dovrebbe tutelare l’economia e la gastronomia dei Paesi membri, sembra orientata a indebolirla”.
INSETTI NEL PIATTO? I CONSUMATORI: “SOLO CIBO SANO. NO A MODE STRAVAGANTI E A PRODOTTI SGRADITI”
Mangiare insetti aiuterebbe, secondo la Unione Europea, a combattere l’inquinamento ambientale e a sfamare più persone in modo sostenibile? Il tema oltre ad essere d’attualità inizia ad essere attenzionato anche tra i mirandolesi. “Ma per carità – commenta Antonella Giglioli in merito, aggiungendo – la follia ha raggiunto limiti ormai inaccettabili, e bisognerebbe da ora in poi che la politica dei vari Stati cominciasse a urlare ‘no’ decisi a certe stravaganze. Se la UE ci chiede cose inumane bisogna alzare la testa, non soccombere ai diktat, che di anno in anno diventano sempre più assurdi”. Secondo Adriano G., “Nel caso della farina di grillo, quarto tipo di insetto a cui la Commissione europea ha concesso di entrare nelle tavole dei cittadini, ci troviamo di fronte all’ennesimo inganno, ossia vendere farina di grano scadente, non italiana, miscelata, con la scusa del tenore proteico, con quella ricavata dai grilli e un po’ di farina sana, insomma un mix al veleno. Sono ben documentato sull’argomento e questa UE sembra partorire più scemenze che buon senso se pensiamo che vogliono mettere il cappotto ai palazzi dei centri storici italiani con la scusa della moda ‘green’”
Se le mode attecchiscono velocemente, più nel male, in genere, che nel bene, la moda di mangiare insetti non trova né proseliti, né tantomeno curiosi, anzi. “E’ contro natura, sono per il cibo sano, faccio dieta mediterranea e comunque essendo una buona forchetta mangio di tutto, ma mai ingurgiterò quella roba e altre schifezze varie. Da ora in poi occorrerà vigilare quando si fa spesa, e mi auguro che supermarket e negozi di alimentari rifiutino di mettere sui loro scaffali quella schifezza”, commenta Matteo Balboni, militare, mentre si allena in t-shirt nella palestra all’aperto di via Confalonieri.
“La UE mira a peggiorare il nostro stato di salute?”, si chiede Olga Voloshynska, titolare de La Baracchina di Borgo Tondo. “La risposta sembra evidente. Introdurre farine d’insetti significa voler modificare il nostro modo di cibarsi. Io uso farina 00 sana e super certificata”.
“Sono contrarissima” – dichiara Ivonne Borghi. “Sa molto di espediente economico e politico, e speriamo che l’Italia non cada nel tranello di accogliere queste schifezze; con i prodotti eccellenti che ci ritroviamo sarebbe veramente una pazzia” – sottolineano Alessandro Besutti e Francesca Bardoscia, quest’ultima d’origine pugliese. “Ciascuna regione italiana – aggiungono – ha una varietà di eccellenze secolari, e la farina di grillo non è compresa. Ciascuno di noi deve rifiutarsi di mangiare quella sostanza. Solo così, se la domanda non sposa l’offerta quella farina non finirà nei supermercati europei”.
Quanto ai titolari di supermercati, tranquillizzano i consumatori: “I nostri fornitori e le cooperative di riferimento sono obbligati ad avvisarci relativamente ai prodotti arricchiti con la farina di grillo, e finora non abbiamo ricevuto alcuna comunicazione in merito, anche perché il dissenso è pressoché unanime”.