I MONUMENTI DELLA GRANDE GUERRA - Indicatore Mirandolese
“La memoria della guerra. I monumenti del territorio modenese” è il titolo della terza conferenza del corso dell’Università dell’Età Libera che si terrà martedì 19 maggio alle ore 16 presso l’Aula Magna della Scuola Media “Montanari” (via T. Nuvolari, 4). Mirco Carrattieri (docente dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia) parlerà di come la morte di massa sperimentata nella guerra abbia determinato nuove forme di celebrazione funebre, volte ad esorcizzarla e insieme a sublimarne gli ideali. Di qui la “monumentalizzazione” dei caduti che si registrò in varie forme in tutto il mondo ed anche nella bassa modenese. Tra le varie tipologie scultoree, verranno illustrate: lapidi e bassorilievi; colonne e steli; statue di varia forma, con temi ricorrenti, sia figurativi (il fante, la madre dolente, le armi) che allegorici (l’Italia, la Guerra, la Vittoria). Vanno inoltre ricordati: cimiteri e famedi; templi monumentali (come quello di Modena e San Felice); e viali e parchi delle rimembranze. Si registra peraltro una vera e propria “guerra di memorie”: al fiorire di iniziative dal basso (si pensi alle lapidi delle scuole, delle associazioni sportive, degli uffici pubblici) si impone progressivamente la voce ufficiale dello Stato, che culmina nell’inumazione del Milite Ignoto all’Altare della Patria; e poi nei grandi sacrari degli anni Trenta. Le lapidi pacifiste, come quella di Novi, vengono invece eliminate dal regime, che si appropria del patrimonio simbolico della guerra, monopolizzando la monumentalistica e canonizzando la continuità tra i martiri del conflitto e quelli della rivoluzione fascista. Durante la seconda guerra mondiale i monumenti vengono spesso privati del bronzo per usi bellici; nel dopoguerra vengono quindi rifatti (come a Castelfranco Emilia) oppure integrati coi caduti del nuovo conflitto.