GIORNATE FAI D’AUTUNNO: IL 14 e 15 OTTOBRE 2023 APERTURA DI ”VILLA RECCHI” - Indicatore Mirandolese
APERTURA A CURA DEL GRUPPO FAI BASSA MODENESE: ” VILLA RECCHI” : Via per Concordia n. 10 – Mirandola
APERTURA AL PUBBLICO: sabato 14 e domenica 15 ottobre dalle ore 10,00 alle ore 13,00 e dalle ore 14,00 alle ore 17,30.
La famiglia Recchi, attuale proprietaria del complesso di Villa Recchi, da sempre sostiene il FAI e per le Giornate Fai d’Autunno ci donerà la possibilità di aprire per la prima volta al pubblico questo meraviglioso sito. I visitatori potranno immergersi nel complesso di Villa Recchi, con la sua villa padronale e i suoi edifici di servizio, con la sua altana a belvedere e il suo parco circostante, con la sua originale biblioteca in radica di noce e i suoi numerosi libri d’epoca.
Il complesso di Villa Recchi, situato appena fuori dalle antiche mura di Mirandola, lungo la strada per Concordia, risale alla seconda metà del XIX secolo, ma il suo impianto primitivo è sicuramente più antico. L’edificio principale del complesso, denominato la “Villa”, aveva la funzione di presiedere un’importante azienda agricola di circa 1200 biolche, suddivisa in diversi fondi a conduzione mezzadrile situati intorno alla tenuta di Mirandola e tra le frazioni di Quarantoli e Gavello. Tutti i fondi di proprietà dell’azienda agricola erano composti da una casa colonica, un fienile, la stalla per l’allevamento delle mucche da latte, i bassi comodi con pollai e forni per il pane, oltre a caseifici e porcilaie per l’allevamento dei suini.
Un tempo proprietà della famiglia Puccio, come mostra una cartolina dell’epoca (1916), la tenuta passò ai Salvaterra di Carpi, poi fu ceduta alla famiglia Testa Malavasi e nel 1939 fu acquistata dai costruttori torinesi Recchi, che ne detengono ancora oggi la proprietà. All’inizio della seconda guerra mondiale, la famiglia Recchi utilizzò la “Villa” come propria residenza. Nel 1942-1943 l’intera azienda fu sequestrata dall’esercito tedesco e fu depredata. Anche la biblioteca fu spogliata e derubata e molti volumi furono bruciati. Al tempo dei Recchi la tenuta faceva parte della ditta torinese S.A.M.I.A. che nella Villa di Mirandola aveva istituito la sede dell’azienda agricola dove erano presenti stalle moderne, porcilaie sperimentali, caseifici con produzione di formaggio parmigiano reggiano tipico, vino lambrusco e frutteti. Azienda che ha ricevuto diversi riconoscimenti per l’innovazione e la ricerca. Nel 1968 furono venduti tutti i fondi situati nelle frazioni di Gavello e Quarantoli e nel 1969 l’intestazione venne cambiata con l’attuale “Azienda Agricola La Villa” che continuò, fino a pochi anni fa, a coltivare pere, mele, mais, soia e sorgo.
Non si hanno notizie certe sulla costruzione della Villa, risale alla seconda metà del XIX secolo, ma il suo impianto primitivo era sicuramente più antico. Nel corso del tempo ha poi subito importanti rimaneggiamenti che ne hanno modificato molto l’aspetto; uno di questi è stata l’aggiunta di due ali retrostanti alla villa, più alte rispetto l’originale costruzione, che hanno alterato l’originale fisionomia ottocentesca della tipica casa di campagna a pianta quadrata. Un abbellimento esterno, risalente agli anni venti del novecento ad opera dell’architetto milanese Paolo Sironi, riconduce l’edificio all’attuale aspetto, mediante l’uso di forme e motivi decorativi in stile liberty emiliano quali i fiori, le foglie di quercia e di ippocastano, i racemi intrecciati nelle balaustre in cemento. Anche l’altana a belvedere è stata modificata nel suo aspetto originario introducendo più aperture e donando un maggior slancio architettonico all’intero complesso. All’interno della Villa si può ammirare l’originale biblioteca in radica di noce che conserva libri d’epoca significativi, circa 5000 volumi editi dal XV al XX secolo. All’esterno della Villa, oltre all’edificio rurale con torretta a colombaia, è presente una serra, testimonianza della particolare cura data alle piante e al parco, esempio misto di giardino romantico e all’italiana.