"ECCO IL MANIFESTO PER LA MIRANDOLA CHE VORREI" - Indicatore Mirandolese
Vorrei per prima cosa una Mirandola per tutti e, perciò, aperta alle donne e agli uomini di ogni credo, etnia e opinione politica.
Aperta ai valori della dignità, dell’onestà, della giustizia sociale e, perché no, aperta alla bellezza e alla felicità. Per questi motivi io credo che la città di Mirandola debba avere il coraggio di guardare al futuro per affermare con intelligenza le doti migliori che la rendono importante e riconosciuta a livello nazionale: per il lavoro, la cultura, l’assistenza sociale ai più deboli, il rispetto delle regole. Sogno una città orgogliosa della capacità di promuovere la qualità del lavoro, l’innovazione, la ricerca scientifica e, allo stesso tempo, consapevole di affondare le proprie radici nella storia della cultura rinascimentale. Abbiamo mezzi per spaziare, crescere e creare, memoria e sapere per fare la differenza. Lavoro, cultura, servizi sociali e rispetto delle regole, per promuovere un nuovo Rinascimento che va oltre la ricostruzione e punta a fare del benessere e della qualità della vita dei cittadini, l’obiettivo da superare.
Spingerci oltre, consapevoli di dover guardare all’Europa: una città a misura europea. Infrastrutture, tecnologie e “nuove intelligenze”: aprire ogni settore, ogni campo, all’esperienza europea per raccogliere quanti più frutti possibili per rendere Mirandola capoluogo dell’Area Nord della provincia di Modena. Il distretto produttivo guarda quotidianamente all’internazionalizzazione dei mercati, a questi si accompagnano culture ed esperienze che possono favorire lo scambio e la crescita di nuovi investimenti per la città. Vorrei una Mirandola che unisce anziché dividere: una città che non ha paura di allargare il proprio sguardo su ciò che sta accadendo nel mondo. Per sostenere la crescita della città occorre studiare quello che avviene oltre i confini. Strade e infrastrutture, fabbriche e scuole, piazze e mercati: la misura sostenibile non è più quella locale. Vorrei una città coraggiosa che guida il cambiamento.
Partiamo da una realtà solida, tradizioni e affetti testimoniati dagli sguardi della nostra gente: basta una sagra, una festa, una passeggiata sul “Listone” per capirlo e andarne fieri. Sappiamo bene ciò che siamo, abbiamo il dovere di dimostrarlo aprendo la città prima che sia troppo tardi. Partiamo da un patrimonio di impianti e industrie di fama internazionale; scuole e palestre che sono veri e propri “campus” di talenti; servizi alla persona e associazioni di volontariato che ci aiutano a non dimenticare i più deboli e bisognosi.
Abbiamo un ospedale e professionisti appassionati che operano per la nostra salute come fossero una seconda famiglia, su cui possiamo contare nei momenti di difficoltà. Su questi punti non possiamo arretrare; non possiamo fare un passo indietro. Al contrario, è dovere della nostra comunità, di ciascuno di noi, a cominciare da chi assumerà la guida dell’amministrazione della città, pretendere di portare avanti e coltivare questi beni, questi valori, questa umanità, che rende Mirandola il posto migliore che è.
Enrico Dotti, capogruppo Pd