CRISI EX BELLCO: “UN FULMINE A CIEL SERENO, SENZA PREAVVISO E DOPO MESI DI RASSICURAZIONI DEI DIRIGENTI” - Indicatore Mirandolese
La rabbia dei dipendenti preoccupati per le loro famiglie: “Dicevano che andava tutto bene, ma noi capivamo che non era così…”
La prima crisi Bellco, datata 2007, con gli operai e i sindacati a manifestare sulla Statale sud contro la decisione dell’azienda di chiudere i battenti, e poi ancora il sisma 2012 sembravano ormai solo un brutto ricordo. Oggi, invece, l’incubo si ripresenta con la decisione della multinazionale americana Mozarc Medical, ex Bellco, di licenziare 300 dipendenti e 50 interinali e chiudere definitivamente la produzione di filtri per emodialisi. “È stato un fulmine a ciel sereno, con l’annuncio dato senza preavviso e dopo mesi di rassicurazioni dei dirigenti. A sentire loro andava tutto bene, ma noi capivamo che non era così: le scelte gestionali e organizzative andavano in altra direzione non lasciando presagire nulla di buono”, commentavano nei giorni scorsi i dipendenti del turno pomeridiano davanti ai cancelli aziendali.
L’annuncio della Mozarc Medical è stato dato il 12 giugno, data che segna anche l’anniversario, nel 2017, della morte del fondatore del biomedicale europeo, il mirandolese dottor Mario Veronesi, e creatore di Bellco (acronimo di ‘bella compagnia’). Una data simbolica: da una parte la nascita negli anni ’60 di quello che attualmente è il secondo polo biomedicale al mondo dall’altra quello che potrebbe essere il declino di uno stabilimento che negli ultimi dieci anni ha assistito a diversi cambi di proprietà, fino a diventare, dopo la fusione di Medtronic con Davita, ‘Mozarc Medical’. Senza contare che voci insistenti darebbero in difficoltà anche la vicina Gambro Baxter in fase di cessione a una multinazionale giapponese.
Sul Distretto biomedicale pende anche il Payback, la ‘tagliola’ dei tetti alla spesa pubblica imposta dalla Regione Emilia Romagna voluta dalla spending review: con lo splafonamento del 4,4% del Fondo sanitario nazionale che viene imputato alle imprese. “Il problema è che siamo sempre meno competitivi – dichiara Paola Caramaschi, Rsu Cisl Mozarc – i nostri filtri da emodialisi costano di più e il mercato decide chi premiare. L’azienda ha fatto investimenti su macchinari e tecnologie, ma al processo innovativo, inutile e costoso, non è seguito un preciso piano gestionale. Il tanto atteso progetto per la dialisi domiciliare non è mai decollato, a differenza di altre aziende che stanno esportando i macchinari”, sottolinea Caramaschi.
“Se il vento di crisi aleggiava da tempo, nessuno mai avrebbe pensato che l’azienda di punto in bianco avrebbe lasciato senza lavoro 350 dipendenti, oltre all’indotto”, commenta Valentina Nani, Rsu Cgil. “Nel corso degli anni – prosegue – abbiamo assistito a un notevole calo di volumi nella produzione dei filtri: da 7milioni al giorno agli attuali 5.5 milioni, dato, quest’ultimo, sulla base del quale è stato siglato l’accordo per il premio di produzione, previsto a giugno. Vedremo se sarà elargito in busta paga”. In Mozarc Medical lavorano donne e uomini della Bassa modenese, bolognese, mantovana, rodigina, ferrarese, tutti disperati. “La situazione è drammatica, se viene a mancare uno stipendio come faremo?”, si chiede Fabia Mazzoni, in ‘Bellco’ da 16 anni. “La mia famiglia è composta di 7 persone, di cui tre ragazzi in crescita; gli stupendi attualmente sono tre, e a fatica bastano. Non ci aspettavamo un simile epilogo anche se la situazione, da dopo il sisma, non è mai stata rosea, troppi cambi aziendali e quasi sempre peggiorativi, con investimenti esorbitanti, troppe poltrone occupate da dirigenti con stipendi a più zeri”.
Un lento declino, secondo i dipendenti, “Con vari campanelli d’allarme” e che ha portato al tracollo di una delle prime aziende biomedicali nate nella Silicon Valley della Bassa modenese. “Ho due figli, sono separata e se resterò senza lavoro e senza stipendio non so davvero come farò”, commenta Lorenza Barbieri, in Bellco da 18 anni. “Una doccia gelata che nessuno si aspettava, anzi si rincorrevano le voci di un ennesimo cambio di proprietà e invece la multinazionale americana ha optato per i licenziamenti e la chiusura della produzione di filtri per emodialisi”.