AIMAG: LO STATO DELL'ARTE DOPO LA SENTENZA DEL TAR - Indicatore Mirandolese
Il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) ha pubblicato lo scorso 24 gennaio la sentenza sul ricorso presentato da 11 Comuni dell’Area Nord e Mantovana contro i 4 Comuni delle terre d’Argine, più Bastiglia e Bomporto, in merito agli atti formulati dall’assemblea dei soci Aimag il 29 giugno scorso.
Nella sentenza il TAR ha respinto il ricorso riguardo la nomina del CdA di Aimag, avvenuta con l’apporto determinate dei soci privati Hera e Fondazione CR di Carpi. Le motivazioni però hanno un carattere più tecnico che sostanziale, perciò non dovrebbe avere toni di trionfo il sindaco di Carpi nei suoi discorsi, infatti si sancisce di fatto la perdita del controllo dei soci pubblici su Aimag.
Ed è questo il grande risultato negativo raggiunto dai Comuni delle Terre d’Argine: in assenza di patto di sindacato, non c’è più il presupposto affinché Aimag possa ricevere da ATERSIR (Agenzia Territoriale Regionale per i servizi idrici e i rifiuti) l’affidamento diretto di tali servizi, aprendo ad un mercato che ben difficilmente potrà proporre servizi al livello di qualità e costo sperimentati nel tempo dall’utenza.
Le scelte formulate nel corso della citata assemblea espongono nei fatti l’Azienda all’influenza dominante di Hera che è diventata determinante per l’approvazione di qualsiasi deliberazione non esistendo più la garanzia di un patto di sindacato tale da assicurare il controllo da parte dei soci pubblici.
Aspetto reso ancor più evidente dalla presenza in un CdA, nominato solo grazie ai voti di Hera, di un dirigente apicale della stessa Hera. CdA che ha poi provveduto a rafforzare la forza del socio privato con la nomina di un altro dirigente apicale di Hera in Sinergas, la società di Aimag che a tutti gli effetti è in concorrenza con Hera nel mercato del gas, dando inoltre corso alla sostituzione del Direttore Generale a fine del primo incarico con un Direttore Generale nominato da Hera, com’era negli intenti della stessa, o forse semplicemente gradito, ma la sostanza non cambia.
La perdita immotivata del controllo societario e quella di identità e di valore del marchio di Aimag che si sta profilando aprono alla prospettiva di un consistente danno patrimoniale per i Comuni a vantaggio di un privato, che si muove nella scia della ricerca del profitto massimo possibile per assicurare una remunerazione ai suoi portatori di capitale.
Il contenzioso non è certo terminato perché anche la giustizia civile con ogni probabilità sarà chiamata a pronunciarsi in merito alla nomina del CdA di Aimag.
Tuttavia, è opinione di alcuni che un patto di sindacato tra tutti i comuni possa risolvere i problemi che si sono determinati.
Purtroppo la frattura che si è creata è profonda e certo non dipende solo dalla composizione e ripartizione dei membri del CdA, ma soprattutto dalle divergenze su autonomia aziendale, controllo pubblico, ruolo del socio Hera e dalla frantumazione di fiducia che si è realizzata. Fiducia che può essere ricostituita solo se si riesce a far prevalere il dialogo tra i soci pubblici, magari cogliendo anche l’occasione della prossima tornata elettorale.
Chissà che il territorio del dialogo non riprenda ad essere frequentato!
Per parte nostra annunciamo comunque che chiederemo incontri pubblici con le forze politiche e con i candidati sindaci dei comuni interessati dalle prossime elezioni amministrative.