MEDICO MEDOLLESE AIUTA ARQUATA - Indicatore Mirandolese
Nunzio Borelli, medico di famiglia di Medolla e presidente del circolo medico “Mario Merighi” di Mirandola, ha prestato aiuto sanitario alle popolazioni colpite dal sisma del 24 agosto. Di seguito pubblichiamo il suo racconto.
“Collaborando come medico di famiglia alla So.San (Solidarietà Sanitaria) del Lions Club, sono stato dal 30 agosto al 3 settembre con il dottor Italo Paolini, medico di famiglia di Arquata del Tronto (Ascoli Piceno), a visitare i pazienti nel container sanitario allestito presso la tendopoli di questa cittadina di circa 1.200 anime.
E’ un comune, quello di Arquata, che conta ben 13 frazioni, alcune come Pescara del Tronto con 70/80 cittadini residenti.
Ecco cosa abbiamo visto.
Tante persone anziane che, scappando dalle case crollate, non hanno potuto prendere le medicine che usavano quotidianamente. Una paziente asmatica aveva difficoltà respiratoria perché non aveva più gli spray per l’asma. Parecchi pazienti in terapia anticoagulante usano un farmaco importante per la coagulazione ma molto delicato, perché risente della dieta e nei campi ovviamente la dieta non è come quella che si fa a casa propria. In questi pazienti, insieme al dottor Paolini, straordinario e organizzato collega, abbiamo rilevato valori molto sballati, con pericolo per eventuali complicazioni emorragiche gravi.
Una donna che ha scoperto di essere incinta con perdite ematiche severe ma che non può mettersi a riposo perché ha la madre invalida e il papà a casa per il timore degli sciacalli.
Andavo nelle tendopoli di Pescara sul Tronto, sulla Salaria, e di Spelonga due volte al giorno per assistere gli ospiti che insieme alla tendopoli di Borgo di Arquata ospitano fra le 300 e 400 persone, tutte del posto.
Mercoledi 31 agosto 2016 nel primo pomeriggio nuova scossa 3,9 in diretta.
Un uomo di 90 anni che cammina con molta difficoltà mi racconta che alle 3,38 del 24 agosto stava leggendo il giornale. Ha sentito le scosse ed è rimasto a letto, non riusciva a muoversi. I ragazzi vivono questa esperienza come un grande campeggio; i giovani hanno timore che il loro paese muoia.
Ho medicato un signore che è precipitato dal terzo al primo piano restando sul letto: è stato estratto dopo 5 ore dalla scossa. Mi raccontava della paura, quando ha cominciato a far fatica a respirare perché oppresso dalle macerie; i suoi occhi erano di una eloquenza drammatica. Alcuni giorni fa sono andato insieme al collega Paolini a visitare una signora a casa sua e dopo la visita ci ha voluto offrire un succo di frutta.
Sono persone di montagna con un carattere coriaceo, con un orgoglio straordinario, socievoli, con la speranza negli occhi; il timore è delle temperature, che di notte scendono parecchio con l’inverno alle porte ed ad oggi vi è l’incertezza sul futuro”.
Nunzio Borelli