A MEDOLLA SI E' PARLATO DI HOSPICE - Indicatore Mirandolese
Lo scorso 24 febbraio si è svolta, presso l’auditorium di Medolla, davanti ad una folta e attenta platea, la conferenza dal titolo: “Fragilità, incertezza, complessità. Accompagnare il malato in fase terminale e la sua famiglia. Esperienza dell’hospice “Madonna dell’Uliveto” di Albinea (Re)”.
Appassionata relatrice della serata, organizzata dal Circolo medico “Merighi” e da Amo nove Comuni Modenesi Area Nord, è stata Annamaria Marzi, responsabile della struttura “Madonna dell’Uliveto”.
Erano presenti sindaci e responsabili delle istituzioni socio, sanitarie e religiose. L’hospisce di Albinea è nato nel 2001, ospita 12 pazienti con una durata media di ricovero che va dai 20 ai 30 giorni. Il 25 per cento dei pazienti, dopo un periodo di ricovero, torna a casa propria. Annamaria Marzi ha incantato il pubblico presente tracciando un profilo di grande rilevo sulle cure palliative. Marzi ha anche ricordato che quando è iniziata la costruzione dell’hospice, aveva a disposizione 200 milioni di lire: l’opera alla fine costerà quattro miliardi di lire…
Nell’hospice territoriale di Albinea, che è il modello di riferimento per il futuro hospice dell’Area Nord che verrà costruito a San Possidonio, vi è una intensa attività assistenziale e di accompagnamento, poca tecnologia sanitaria perché inutile. La residenza è situata in collina a Montericco di Albinea, a circa 12 km da Reggio Emilia. E’ attivo dal 19 marzo 2001 per pazienti oncologici, (estensibile in casi particolari anche a non oncologici) che necessitano di cure palliative; mentre stanno crescendo, ha ricordato Annamaria Marzi, i pazienti affetti da Sla.
L’hospice di Albinea prevede l’accoglienza di 12 malati in camere singole con bagno e letto a disposizione del familiare, il servizio è stato accreditato dalla Regione. Gli obiettivi dell’équipe assistenziale sono la progettazione clinico-assistenziale integrata e personalizzata (aderente il più possibile ai bisogni) e l’attenzione all’unità emozionale e psico-fisica della persona.
E’ fondamentale il coinvolgimento della famiglia nel progetto assistenziale, supportandola ed accompagnandola durante l’elaborazione del lutto.