RIENTRANO LE PRIME 20 FAMIGLIE IN "E" - Indicatore Mirandolese
Felici, soddisfatte ed anche un po’ emozionate. Sono le 20 famiglie che dalla mezzanotte tra il 28 febbraio e il 1° marzo, potranno rientrare nei loro appartamenti del condominio “Torre” di via Mameli 69. Si tratta del primo palazzo classificato “E” che viene riconsegnato ai proprietari a Mirandola, dopo i lavori di ristrutturazione. Gli inquilini hanno brindato questa mattina con l’Indicatore, per sottolineare l’importanza di questo momento a suo modo “storico” per Mirandola.
La domanda Mude era stata presentata nel marzo 2013 e l’approvazione era arrivata quattro mesi dopo, in luglio. Dopo circa sette mesi i lavori si sono conclusi e le famiglie possono rimettere piede nelle loro case, che avevano abbandonato il 29 maggio.
La prima scossa del 20 non aveva provocato danni gravi e le persone erano potute tornare a vivere nei cinque piani del palazzo. La mattina del 29, invece, la struttura non ha retto. Il terremoto ha provocato i danni più seri ai primi piani del palazzo, alle scale ed all’ascensore, che aveva avuto sollecitazioni fortissime. I rilievi dei tecnici avevano poi classificato il palazzo come “E 0” (cioè E leggera”). Da lì è partita l’odissea, comune a tante famiglie del cratere, per riuscire a riottenere ciò che il sisma aveva strappato.
La ditta che aveva curato la messa in sicurezza, la “Costruzioni Generali 2”, aveva lasciato soddisfatti i condomini, tanto da spingerli ad affidare all’azienda di Baggiovara anche la ricostruzione. I lavori sono stati seguiti dal geometra Fabio Barbieri, con Marcello Fioravanti come coordinatore della sicurezza e Massimo Giusti come ingegnere strutturista. La squadra sta seguendo anche il “palazzo gemello” che sarà pronto tra una ventina di giorni, interfacciandosi con il Comune di Mirandola, «con il quale – sottolineano Barbieri e Fioravanti – il rapporto è stato molto franco e collaborativo».
I due immobili (“Torre 1” e “Torre 2”) erano stati costruiti tra il 1978 e il 1982 dalla Coop Muratori di Mirandola, con criteri antisismici (per gli standard di allora), che hanno consentito di sopportare una parte delle spinte e limitare i danni. I lavori post terremoto hanno aumentato dal 25% al 60% l’antisismicità, attraverso la costruzione di muri in cemento armato in senso trasversale alla struttura, l’inserimento di “bretelle” di rinforzo in ferro, con una serie di iniezioni in fibra di carbonio e con il rafforzamento del vano ascensore e l’alleggerimento del tetto. Ma nella ristrutturazione sono state anche effettuate diverse migliorie (a spese dei condomini) sulle ampie vetrate delle scale, sulle porte di ingresso e negli appartamenti.
Per la sola parte relativa al Mude la spesa dell’intervento (finanziato dalla Regione sul fondo per la ricostruzione) è di oltre 500 mila euro per ciascuno dei due condomini.
Alla festa organizzata per la consegna delle chiavi erano presenti anche il geometra Emilio Nigro, in rappresentanza dell’impresa, e l’amministratrice di condominio, Manuela Forti. A loro, come a Barbieri, Fioravanti e Giusti, è andato l’apprezzamento dei condomini, che a sorpresa hanno ricevuto anche la visita di un postino della compagnia Tnt, che ha portato la prima corrispondenza del dopo terremoto. Come a dire: “casa dolce casa”.
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