RI-SCRIVERE IL PAESAGGIO E IL TERREMOTO - Indicatore Mirandolese
Il terremoto in Emilia è stata un’esperienza dirompente e drammatica che ha ferito le persone ed il paesaggio. A distanza di un anno e mezzo nonostante l’avvio della ricostruzione degli edifici le ferite sono ancora aperte. Dopo l’esperienza violenta del terremoto, a Cavezzo sono stati realizzati due percorsi di scrittura autobiografica dal titolo “Ri-scrivere il paesaggio” che hanno permesso ai partecipanti di lavorare in modo collettivo, ma al contempo personalissimo, sul proprio vissuto e sui propri ricordi. A promuovere e organizzare i due laboratori sono stati Alberto Ganzerli, referente per le attività culturali dell’associazione “LaCà” e le docenti modenesi della Libera università di Anghiari (Ar), in collaborazione con il Comune di Cavezzo e la Casa Protetta di Cavezzo, gestita da Cooperativa Sociale Elleuno.
Ganzerli, perché dopo il terremoto che ha colpito l’Emilia è nata l’idea di due laboratori di autobiografia su “Ri-scrivere il paesaggio”?
«Insieme a Anna Maria Pedretti, docente modenese della Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari, che aveva collaborato al progetto di raccogliere in videointerviste le storie di vita di abitanti di Cavezzo, abbiamo pensato che un laboratorio di scrittura autobiografica potesse aiutare le persone a capire e affrontare meglio ciò che era avvenuto e a ritrovarsi per condividere il proprio vissuto del terremoto. Si trattava del resto di un’attività culturale in piena sintonia con le finalità dell’associazione LaCà, nata per promuovere, in particolare attraverso il supporto psicologico, attività solidali rivolte alle persone colpite dal terremoto».
Lei non solo ha contribuito alla realizzazione dei due laboratori, ma ha anche partecipato al primo. Come è stato confrontarsi con persone, magari sconosciute, che hanno vissuto la sua stessa esperienza del terremoto?
«In una situazione drammatica come quella della nostra estate terremotata, ho potuto sperimentare come la scrittura autobiografica, realizzata in gruppo e con l’aiuto di guide esperte, costituisca uno strumento straordinario per conoscere meglio se stessi, esprimere contenuti profondi che senza la scrittura rimarrebbero inespressi, condividere vissuti ed emozioni con altre persone, darsi aiuto, sostegno e incoraggiamento vicendevole nell’affrontare una situazione critica».
Con gli scritti dei partecipanti ai laboratori sono usciti due volumi presentati ad Anghiari durante il Festival dell’autobiografia
«I due volumi, “Riscrivere il paesaggio” curato da Pedretti e Corradini e “Il terremoto qualche tempo dopo” curato da Pavarotti e Niccolai, testimoniano, a mio avviso, di come la scrittura autobiografica anche di non-professionisti possa produrre una qualità di scrittura straordinaria. I due volumi saranno presentati presso la Biblioteca di Cavezzo martedì 19 novembre».
Ci sarà un nuovo laboratorio nel 2014 su “Ri-scrivere il paesaggio”?
«Sì. Come associazione LaCà e grazie alla disponibilità delle docenti della Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari e della Casa Protetta di Cavezzo, che ha ospitato nei suoi spazi i precedenti laboratori, vorremmo riproporre, anche questa volta in forma gratuita per i partecipanti, un laboratorio a primavera 2014 per persone che non hanno mai praticato scrittura autobiografica. La nostra convinzione è che imparare a lavorare sulla propria esperienza e storia di vita attraverso la scrittura autobiografica in gruppo possa aiutare a crescere in consapevolezza e condivisione. Chi fosse interessato a partecipare può comunicarlo presso la Biblioteca di Cavezzo, anche tramite e-mail a biblio.cavezzo@cedoc.mo.it».
Angiolina Gozzi
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