AGRICOLTURA: UN’ALTRA ANNATA DA DIMENTICARE NELLA ‘BASSA’. DANNI ENORMI ALLE PERE, SI SALVANO SOLO I POMODORI - Indicatore Mirandolese
Dopo una stagione di siccità sono arrivate le gelate, poi caldo, abbondanti precipitazioni, e grandinate. Ed è così che l’anno che poteva e doveva essere di recupero per gli agricoltori si è trasformato in un anno di grande sofferenza. Letale, purtroppo, per diverse aziende produttrici di pere. A causa delle grandinate si rischia il 50% di abbandoni e chiusure. Perché ad affrontare un altro anno in perdita non è più possibile. Le cifre del disastro che a grandi linee avevamo raccolto e pubblicato negli ultimi due mesi sono quelle confermate anche da Alberto Notari, presidente di Cia Emilia Centro. Titolare di una azienda vitivinicola a Carpi e conoscitore del mono agricolo della bassa ci spiega, sia dal punto di vista del produttore sia del rappresentante di categoria quanto la situazione sia complessa. “Gli associati ci chiamano in preda a rabbia e frustrazione. La frequenza di eventi meteo eccezionale non solo crea danni ma rende difficile fronteggiarli con una programmazione adeguata. La burocrazia non aiuta e siamo in un anno di transizione anche per quanto riguarda le coperture assicurative. Insufficienti molto spesso per coprire tutti i danni visto che che anche un impianto che non produce va comunque mantenuto”. Alberto ci parla del passaggio ad un sistema basato anche sul Fondo mutualistico nazionale Agricat che prevede la copertura dei danni catastrofali meteoclimatici alle produzioni agricole causati da alluvione, gelo, brina e siccità. Ovvero ciò che un tempo erano eventi eccezionali e che oggi sono diventati quasi regola. Ma siamo appunto ancora in una fase di transizione de sistema.
Di fronte a questa tempesta perfetta che cosa chiedono gli agricoltori?: “Un intervento forte da parte della politica, come una moratoria sui mutui. Riuscire ad avere un plafond dedicato, ma c’è molta preoccupazione e incertezza. Se le risorse faticano ad arrivare in Romagna, si chiedono tanti, figuriamoci qui”
Tornando alle produzioni della bassa, si parla per lo più di frutta, meloni, cocomeri. Il settore cerealicolo come è andato. “Non bene. C’è stata una grande riduzione dei quantitativi e una riduzione del prezzo di vendita del prodotto seminato e concimato con prezzi alti di vendita. Sia per il grano duro che per il grano tenero. Ed è così che anche in questo ambito è difficile fare margini se non si lavora in rimessa”
La viticultura? ‘In questo settore ci sono stati danni ma inferiori e la produzione è analoga a quella dello scorso anno, nonostante le nuove patologie alle quali si deve fare fronte come la flavescenza dorata. Molti agricoltori sono riusciti a limitare i danni attraverso la messa dimora di nuovi impianti capaci di compensare quelli compromessi. I margini si sono ridotti se consideriamo poi diversi fattori. L’aumento dei costi di energia e delle materie prime per la produzione, come il vetro, è elevatissimo. Dall’altro lato abbiamo il caro vita e l’inflazione che hanno ridotto l’acquisto, da parte dei consumatori, anche nella grande distribuzione”
Unica soddisfazione, senza eccessi, viene dal pomodoro che per il periodo di crescita e maturazione è riuscito ad evitare le conseguenze maggiori degli eventi avversi.