DA TRE GOBBI A MILANO PER DANZARE SULLE ALI DELLA MUSICA E ORA ANCHE DELLA CREATIVITÀ SARTORIALE - Indicatore Mirandolese
La storia di Federico Veratti che ha trovato piena realizzazione all’ombra della madonnina senza però mai dimenticare le sue origini
Danzare sulle ali delle note musicali e della creatività sartoriale. Due habitus che vedono protagonisti il desiderio di vivere l’arte in due momenti distinti del tempo, ma uniti da un lungo filo sottile che lega la danza e la moda e che trova nella passione la concretezza dei sogni, perché nella vita bisogna sognare. Fin da giovane, Federico Veratti – originario di Tre Gobbi – ha le idee chiare: esprimere la propria identità con il ballo.
Lo troviamo al telefono in una Milano calda e afosa immerso nel suo nuovo lavoro. Con gioia ci racconta la sua storia, importante, perché altri possano ritrovarsi per il coraggio e la perseveranza di raggiungere risultati importanti.
“Già a 15 anni – ci confida Federico – i miei genitori hanno colto il mio interesse per la musica e in particolare per la danza sostenendomi in ogni circostanza per farmi cogliere anche la più piccola sfumatura di un mondo sconosciuto, ma affascinante. Poi la svolta: una borsa di studio messa a disposizione della Fondazione Cassa di Risparmio di Mirandola mette le ali alla possibilità di frequentare la scuola di danza di Castelfranco Veneto e, dopo tre anni di corso, il diploma mi permette di accedere all’audizione del Balletto di Milano che opera nel campo della cultura e spettacolo dal vivo. Entrato a fare parte del corpo di ballo, a breve distanza di tempo, sono diventato solista e potete immaginare la gioia per aver raggiunto questo importante traguardo. Un ruolo di prestigio per me in quanto le giornate erano diventate ancora più impegnative: otto ore di sala studio, di cui circa due ore di lavoro alla sbarra e il restante tempo dedicato alle prove. Un periodo molto impegnativo ma straordinario. C’è un momento del tempo in cui passioni e opportunità si trovano insieme, spesso vengono colte, altre invece disattese per un mancato convincimento del coraggio, di gettare il cuore oltre l’ostacolo, lasciando sfumare un futuro diverso ma dai contorni importanti: un nuovo progetto s’apriva all’orizzonte, la scenografia. Inizio con semplici prove richieste dal Balletto di Milano, e in breve tempo divento costumista per 3 spettacoli teatrali in Estonia. Questo tipo di attività mi permette di scoprire la possibilità di avviare una attività in proprio. Lascio il Balletto di Milano e apro un laboratorio di sartoria, sottolinea Federico – voglio fare il sarto e per qualche anno le soddisfazioni non mancano, ma vedo che ancora qualcosa manca per migliorare il livello di professionalità richiesto in questo settore. Affianco stilisti nelle sfilate di alta moda fino a quando mi viene fatta una proposta a cui non posso rinunciare: diventare prototipista per una importante casa della moda: Del Core di Milano. Oggi realizzo i capi che sfileranno nelle più importanti passerelle con quelli delle prossime stagioni…”
Nel congedarci da questa storia notevole per il nostro territorio e per i giovani, a quest’ultimi Federico lancia un messaggio importante: “Di imparare un mestiere. E poi, DI non arrendersi alle prime difficoltà. Occorre superarle, con coraggio e operare senza indugi, perché il tempo ritorna e rende ciò che gli è stato dato quando è stato vissuto nella sua pienezza.”