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"NEOPLASIE ADDOMINALI, STRATEGIE TERAPEUTICHE", IL MEETING TENUTO A MIRANDIOLA DAL CIRCOLO MEDICO M. MERIGHI - Indicatore Mirandolese

“NEOPLASIE ADDOMINALI, STRATEGIE TERAPEUTICHE”, IL MEETING TENUTO A MIRANDIOLA DAL CIRCOLO MEDICO M. MERIGHI
I Professionisti  del Circolo Medico “M.Merighi” hanno partecipato ad un Meeting Scientifico dal titolo “Neoplasie addominali: strategie terapeutiche, tenutosi a Villa Fondo Tagliata a Mirandola con relatori il  Chirurgo, dr Pilati  e l’Oncologo dr Artioli.
Il meeting organizzato in collaborazione con RanD  Biotech, azienda del biomedicale che ha sviluppato Performer 3 utilizzato per la tecnica HIPEC (Chemio-ipertermia Intraperitoneale) cioè con il lavaggio della cavità peritoneale con farmaci chemioterapici ad alte concentrazioni ed in ipertermia, al fine di uccidere cellule cancerose libere e gli agglomerati microscopici e sub-microscopici di cellule tumorali che residuano dopo l’intervento chirurgico.
Il Dott Pierluigi Pilati ,Direttore di Dipartimento delle Chirurgie IOV Direttore UOC Vie Digestive,Prof. A.C. presso l’Università degli studi di Padova, ha  ricordato come un particolare interesse e’  rivolto alla diagnosi, stadiazione e cura dei tumori primitivi e secondari   del  peritoneo,   avvalendosi   anche   della  possibilità  di   associare   alla  chirurgia il trattamento di chemio-ipertermia (HIPEC); fino ad oggi ha maturato una straordinaria esperienza, ha trattato con questa tecnica  oltre 300 pazienti affetti da patologie comprendenti il pseudomixoma peritoneale, il mesotelioma, carcinoma localmente avanzato di origine ovarica, carcinosi peritoneale secondaria  di origine colon-rettale. Il dr Pilati  ha iniziato  nel 2021 nell’ambito di uno studio clinico di ricerca, l’applicazione, per il momento solo a scopo palliativo, di una nuova tecnica di chemioterapia intraperitoneale  per aerosol  (PIPAC)  in pazienti  con  carcinosi peritoneale  non  candidati  a citoriduzione ed HIPEC . Tale metodica viene eseguita con tecnica mini-invasiva laparoscopica e permette la somministrazione di farmaci direttamente nella cavità peritoneale allo scopo di aumentare   il   controllo   locale   di   malattia e migliorare   la   sintomatologia   legata   diffusione peritoneale di malattia.
Il dr Fabrizio Artioli, Oncologo, coordinatore comitato tecnico scientifico del Collegio  Italiano Primari Oncologi Medici Ospedalieri ha ricordato come ogni anno in Italia vi sono circa 25.000 casi di carcinosi peritoneale, fra questi circa 5700 derivano da tumori del colon-retto, 3500 dallo stomaco, 3600 dall’ ovaio e 1000 da pseudomixoma peritonei (P.P). Costituiscono un problema, che per la sua complessità, deve vedere la collaborazione di più specialisti; fra questi, oncologi, chirurghi, radiologi, anatomo-patologi e biologi molecolari, radioterapisti, MMG e altri.  Ci si avvale di trattamenti  sistemici (chemioterapia, farmaci target, Immunoterapia) e trattamenti locoregionali (CRS-HIPEC; PIPAC, questa ultima in una fase ancora sperimentale, ma con interessanti implicazioni, specie nei tumori ad origine extra-addominale), fino alle cure palliative quando necessarie. Secondo le L.G. la presa in carico del paziente è un elemento fondamentale del percorso di cura; i trattamenti sistemici possono essere effettuati nel Centro Oncologico vicino al domicilio, nella logica della Oncologia di Prossimità, mentre per i trattamenti locoregionali è raccomandato il riferimento a Centri con documentata esperienza su questo tipo di patologia.