FATIMA MIRIS: LA MOSTRA - Indicatore Mirandolese
Domenica 23 aprile 2023 ore 10.00 presso la Sala Edmondo Trionfini in Piazza Celso Ceretti n. 9 a Mirandola inaugurazione, con intervento di Livio Marazzi, della Mostra: FATIMA MIRIS attrice, cantante e regina del trasformismo. L’esposizione raccoglie documenti, fotografie ricordi della regina del trasformismo ed è curata dal Maestro del Lavoro e appassionato collezionista Dino Cassanelli.
La mostra è allestita dal 23 aprile al 7 maggio e sarà visibile domenica e festivi dalle 10 alle 12 e in occasione degli eventi organizzati presso la sala.
Info: e-mail: prenotazionesalatrionfini@gmail.com – cell. 3534368402.
A conclusione della mostra, domenica 7 maggio 2023 dalle 15.00 alle 19.00, apertura straordinaria di Villa Frassinesi a San Giacomo Roncole di Mirandola.
L’esposizione è organizzata dall’Ass. Amici della Consulta e dal Comitato Sala Trionfini in collaborazione con la Consulta del Volontariato e Villa Frassinesi, con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Mirandola.
FATIMA MIRIS – Maria Frassinesi, questo è il suo vero nome, nasce a Chiusa di Pesio (Cuneo) il 27 novembre 1882, quando il padre, militare di carriera, è temporaneamente impegnato in servizio in quella zona.
La nonna acquistò la villa “La Personala” detta poi Villa Frassinesi a San Giacomo Roncole.
Donna esempio di volontà, tenacia e genialità artistica, possiede un temperamento forte e mascolino, motivo per cui il padre si diverte a chiamarla “Il Carabiniere”. I documenti di riconoscimento riportano tra i connotati fisici, capelli e occhi neri, statura metri 1,60 e, tra i segni particolari, neo nero sulla guancia sinistra.
Debuttò il 7 settembre 1903 al Teatro Brunetti di Bologna. Accompagnata dalla sorella Emilia Frassinesi e dal padre, che le scriveva le riduzioni di operette per adattarle al suo tipo di spettacolo o le scriveva testi ex novo.
Fece rappresentazioni in tutto il mondo dall’America del Nord e del Sud all’Australia e la Nuova Zelanda, all’Egitto e si esibì anche al cospetto della regina Elena di Savoia, nel teatro della tenuta di San Rossore.
Parlava cinque lingue. Con lo pseudonimo di Fatima Miris vuole ricreare sulle scene del varietà l’equivalente al femminile del trasformista Fregoli: ne possedeva l’abilità e la prontezza.
A Bologna conosce Luigi D’Arco, col quale l’11 giugno 1921 contrae matrimonio con cerimonia officiata nell’oratorio privato della residenza di Mirandola. L’anno successivo dà alla luce una figlia alla quale viene dato il nome di Giovanna. Il 5 gennaio 1926 entra in possesso della patente di guida per automobili. Tra le pochissime donne che si possono permettere di portare una autovettura, crea uno spettacolo inconsueto che desta stupore quando transita in auto nella bassa modenese per recarsi nella propria villa di campagna.
Dal 1903 al 1932 gira i teatri di mezzo mondo, alla soglia dei 50 anni, decide a malincuore, di ritirarsi a vita privata.
A partire dai primi anni del ‘900 la famiglia pur continuando ad abitare a Bologna, dove nel corso degli anni cambia spesso abitazione, frequenta volentieri la sua residenza mirandolese, dove Maria non manca di trascorrere numerosi periodi di tempo per rilassarsi nelle pause di lavoro, con lunghe passeggiate nei campi.
Prima e unica donna trasformista del diciannovesimo secolo, canta da baritono, tenore, contralto e soprano. La facoltà di emettere voci come un ventriloquo le permette di intrecciare dialoghi e duetti di più personaggi contemporaneamente. Pare fosse dotata di una resistenza fisica incredibile e che all’ospedale di Torino avessero conservato una radiografia che metteva in luce l’incredibile capacità dei suoi polmoni.
È anche danzatrice, musicista – suona vari strumenti come il violino, il corno, il sistro e il mandolino con la mano sinistra – disegnatrice, abilissima nei giochi di prestigio ed illusionismo, nel tiro alla pistola e alla carabina, nel lancio dei coltelli e del lazo; ognuno di questi virtuosismi sono alla base dei suoi numerosi ed eccellenti numeri di varietà.
È in virtù di questo eccezionale eclettismo che essa riesce da sola a reggere uno spettacolo di 3 ore, tenendo sempre testa all’interesse del pubblico che applaude e lancia ovazioni ad ogni apparizione.
A differenza di altre artiste, sue coetanee, con le quali stringe amicizia, si cita ad esempio la bella Otero e Lina Cavalieri, Maria non può certo considerarsi una “femme fatale”: non è particolarmente alta e tanto meno snella, ha necessità di essere forte e muscolosa per riuscire a sostenere lo sforzo letteralmente sovrumano di 3 spettacoli al giorno.
Cessa di vivere nella sua casa di Bologna il 4 novembre 1954 all’età di 72 anni, causa di un tumore allo stomaco, pare diagnosticato tardivamente.
Riposa nella tomba di famiglia nel cimitero monumentale della Certosa a Bologna. Anticonformista fino all’ultimo, nelle sue volontà aveva espresso il desiderio che il suo funerale non venisse considerato come momento di lutto, per cui avrebbe gradito l’accompagnamento della banda musicale e che la propria figlia Giovanna vi avesse partecipato in abito rosso.