BILANCIO POSITIVO DI DIECI ANNI DI ASP - Indicatore Mirandolese
Paolo Negro, concordiese, 46 anni, è presidente dell’Azienda pubblica di servizi alla persona (Asp) dei Comuni modenesi Area Nord fin dalla sua nascita, nel 2008. Lo abbiamo intervistato.
Presidente, volge al termine il suo secondo e ultimo mandato, che bilancio è possibile trarre?
«Un bilancio senza dubbio positivo, che fa oggi di Asp dei nove Comuni della nostra Unione, un patrimonio e un capitale sociale d’eccellenza del nostro territorio. L’Asp è nata per rendere più forti le nove comunità locali, unendoci per dare risposta ai bisogni della persona, superando la frammentazione delle gestioni pubbliche comunali dispersiva di risorse. L’obiettivo, a mio avviso raggiunto, era ed è assicurare a tutti i cittadini delle nostre nove comunità locali quei servizi fondamentali che hanno una elevata complessità gestionale e professionale, i servizi per le persone in condizione di non autosufficienza o disabilità o fragilità: dall’assistenza domiciliare, alle case residenza, ai centri diurni, alle comunità alloggio, agli alloggi con servizi, al telesoccorso nel campo dei servizi per gli anziani; dagli appartamenti protetti ai centri diurni nel campo dei servizi per le persone con disabilità. Ora, grazie a questa esperienza, attraverso lo strumento dell’Asp, siamo più forti nell’assicurare servizi in quantità e qualità omogenea sul territorio, più forti anche nella capacità di dare risposte nuove ai nuovi bisogni dei cittadini di tutta l’Area Nord».
Forse qualche numero sulla crescita di Asp in questi anni può essere utile a capire.
«Asp è nata gestendo quattro servizi articolati su soli tre Comuni e ora ne gestisce 25 su tutti i nove Comuni e tutti i servizi sono in rete tra loro per assicurare gli stessi diritti ai cittadini di tutta l’Area Nord. Gli utenti dei servizi di Asp erano 200 nel 2008 ora sono oltre 1.300. I dipendenti di Asp, la risorsa più preziosa per assicurare i servizi nella quantità e qualità dovuta, sono passati da 111 del 2008 agli attuali 331. L’Azienda è quindi anche uno dei principali datori di lavoro del territorio. Nel solo 2018 abbiamo assunto, mediante concorso, 57 nuovi dipendenti a tempo indeterminato e nel 2019 sono in programma altre 48 assunzioni a tempo indeterminato. Dentro questi numeri, però, va letta soprattutto l’anima di questa esperienza: l’attenzione alla persona, ai sui bisogni».
All’inizio di questa esperienza c’era il timore che nascesse un “baraccone” non sostenibile economicamente.
«Sì, la scommessa era, oltre alla qualità e quantità dei servizi, anche la tenuta, la loro sostenibilità in termini di bilancio. L’Asp è cresciuta in questi anni rispettando sempre gli obiettivi di bilancio: non abbiamo mai chiesto in questi dieci anni ai Comuni soci il ripiano di perdite o consumato il patrimonio, che anzi abbiamo accresciuto. Uno dei parametri di efficienza di cui siamo più orgogliosi è il rispetto dei termini di pagamento di tutti i fornitori privati: per questo siamo stati inseriti dal Governo fra i 500 enti pubblici più virtuosi d’Italia per tempestività di pagamento. Anche in questi dati risiede la relazione virtuosa con il territorio».
C’è poi il patrimonio di nuovi servizi che l’Asp ha realizzato in questi anni.
«Può essere utile un dato. Il patrimonio netto di Asp è triplicato: passando dai quattro milioni alla sua nascita (patrimonio apportato dalle due Ipab disciolte) agli oltre 12 milioni cui si arriverà nei prossimi mesi con le ultime realizzazioni. Patrimonio che corrisponde a un capitale di nuovi servizi per i cittadini: il nuovo centro diurno per anziani di Mirandola; i sei nuclei realizzati del progetto di CasaInsieme a San Felice, Mirandola, Medolla, Cavezzo, San Prospero e Finale Emilia; il nuovo centro diurno e il nuovo centro residenziale per persone con disabilità realizzati a San Felice».
A proposito di patrimonio, un altro grande tema era il patrimonio e la riconversione degli ex ospedali di San Felice e Concordia.
«Si, uno degli obiettivi più complessi era questo. Lo abbiamo raggiunto. Abbiamo portato a termine il cantiere di riqualificazione dell’ex ospedale di San Felice, ora totalmente completata, passando dagli originari 33 posti letto agli attuali 71. A Concordia, affidata dal Comune all’Asp la casa residenza comunale, abbiamo progettato e reso possibile l’integrale riattivazione come casa residenza per anziani dell’ex ospedale di Concordia, passato da 43 a 70 posti letto attivi, ora gestita dalla cooperazione».
Volendo segnalare un’eccellenza, magari fra quelle di cui si parla meno?
«Difficilissimo fare una scelta. Però, a proposito di ex ospedali, penso al nucleo residenziale specialistico dedicato alla gravissima disabilità adulta acquisita che abbiamo realizzato all’interno dell’ex ospedale di San Felice, con dieci posti letto, il primo nucleo territoriale di questo tipo in provincia e fra i primi in regione. E’ una riposta importante ai bisogni legati alla gravissima disabilitàacquisita, come conseguenza, per esempio, di un ictus o di malattie come la Sla, un bisogno importantissimo delle famiglie e delle persone colpite da queste patologie».
L’Asp e il terremoto del 2012.
«Asp ha reagito al terremoto con grandissimo spirito di squadra che ha portato a garantire la continuità dei servizi sostanzialmente mai interrotti e a ripristinare in pochissimi mesi le strutture colpite, facendo così rientrate a tempo di record nella loro sede originaria i servizi e le persone».
Il progetto più innovativo nato da Asp dopo il terremoto è stato CasaInsieme.
«Sì, col terremoto migliaia di anziani sono stati sfollati e sono diventati più fragili. Occorreva ideare nuove soluzioni abitative che assicurassero una risposta a protezione di questa fragilità. Così è nata, nei primissimi mesi dopo il terremoto, l’idea di CasaInsieme, rivolta alle persone, anziani o disabili, fragili ma ancora autosufficienti, alle quali offrire un contesto residenziale autonomo ma protetto e un’assistenza personalizzata, ispirato alle soluzioni più avanzate a livello europeo nel campo del cosiddetto co-housing sociale. Ora stiamo mantenendo l’impegno di realizzare un nucleo CasaInsieme per ciascuno dei nove Comuni dell’Area Nord, sei dei quali già realizzati e un settimo già cantiere. Ci sono tutte le risorse per completare questo progetto».
Un imminente, storico, traguardo è l’apertura della nuova casa per le persone con grave e gravissima disabilità congenita, biil nuovo” Picchio”.
«E’ un traguardo importante perché il nostro territorio era storicamente carente di posti residenziali per questo delicatissimo bisogno: appena dieci posti presenti nell’attuale servizio, il “Picchio”, a San Felice. Grazie alla partnership con il trust donatore “Nuova Polis”, il cantiere del nuovo “Picchio”, sempre a San Felice, è ormai terminato e presto sarà realtà questa nuova casa che raddoppierà i posti a disposizione».
Ultimo importante traguardo, la nascita della Fondazione Hospice San Martino che realizzerà l’hospice del nostro territorio.
«L’hospice è il fondamentale e necessario completamento del nostro sistema territoriale di cure palliative: una casa, un luogo intermedio fra domicilio e ospedale, vocato alla cura globale del dolore di malattie inguaribili, oncologiche o non. Abbiamo compiuto un anno fa il passo decisivo verso la realizzazione dell’hospice territoriale che servirà il territorio e i cittadini dei Distretti sanitari di Mirandola e Carpi, dando vita alla Fondazione che lo realizzerà, insieme all’Associazione Malati Oncologici di Carpi e all’Associazione Malati Oncologici Nove Comuni Modenesi Area Nord. Si discuteva nel nostro territorio di come e dove realizzare l’hospice da più di vent’anni. La nascita della Fondazione scioglie questi nodi: l’l’hospice si farà a San Possidonio, dotato di 14 posti letto, lo sta già progettando e lo realizzerà la Fondazione Hospice che ora è impegna a raccogliere le risorse necessarie. Asp ha apportato al patrimonio della Fondazione 500mila euro come socio promotore fondatore. Al netto dell’apporto dei soggetti promotori, il ruolo della neonata Fondazione è quindi quello di rendere partecipi i cittadini della gara di solidarietà per raccogliere da donazioni le ulteriori risorse necessarie per la realizzazione dell’hospice».
Cosa si sente di dire a mo’ di conclusione, per i suoi dieci anni di mandato?
«Mi sento di rivolgere un ringraziamento di cuore a tutto il personale di Asp, senza la cui dedizione quotidiana nessun traguardo di questi primi dieci anni dell’Azienda sarebbe stato possibile. Un grazie anche per la fiducia di cui ho potuto godere e ha goduto l’Asp da parte dei sindaci soci, ingrediente senza il quale non si sarebbe potuto osare il cambiamento che abbiamo realizzato. Un grazie infine ai membri del consiglio di amministrazione che mi hanno affiancato con competenza in questi dieci anni».