"TERREMOTO, LA BURO - MAGIA DI MONTI E DELLA SINISTRA" - Indicatore Mirandolese
Così dopo aver lasciato passare una splendida estate in una caotica ed un po’ grottesca operosità dimostrata soprattutto attraverso un numero spropositato di emanazioni deliberatorie, regolamentiste e, anche peggio, ordinanze affrontiamo un freddo e piovoso inverno così organizzati:
le banche pongono ancora numerosi ostacoli all’accesso del credito per cittadini ed imprenditori, i quali spesso non hanno più beni immobili da offrire in garanzia in cambio di un finanziamento, indispensabile per riprendere le attività lavorative visto che i contributi non sono ancora arrivati;
la Regioneha adottato per accedere al contributo il modello Mude. Talmente facile da utilizzare che a fronte di oltre 900 domande presentate, ne sono state, ad oggi, autorizzate soltanto una decina;
calcolare l’ammontare del contributo è situazione intricatissima sia per la classificazione dell’inagibilità degli edifici sia per il prezzario regionale non in linea con i prezzi di mercato. Alla fine il millantato 100% diventa chimera in termini percentuali;
nessuna forma di defiscalizzazione è prevista per le imprese, molte delle quali hanno ricominciato da subito l’attività sborsando denari propri, versando pure le imposte sui mesi pregressi senza aver ricevuto ad oggi un solo centesimo;
le aziende agricole sono tra le più penalizzate: molto spesso gli edifici rurali crollati erano fienili e case coloniche di grandi metrature e di interesse storico: l’obbligo, attualmente imposto dalle ordinanze commissariali, di ricostruirli identici nella forma e nelle dimensioni entro cinque anni, pena la perdita del contributo, anche di quello concesso per l’acquisto di hangar da utilizzare come ricovero attrezzi e granaglie, induce la maggior parte degli agricoltori e degli allevatori (anzi, oso dire praticamente tutti) a non presentare neppure la richiesta di accesso all’erogazione. Si tratta di attività che, per antonomasia, comportano scarsa liquidità nelle tasche degli operatori del settore, i quali non dispongono delle centinaia di migliaia di euro da sborsare per differenza per ricostruire edifici immensi, che poi saranno adibiti a ricovero attrezzi agricoli. A ciò si aggiunga che, se entro un anno dal sisma, l’imprenditore non ricostruisce, perde il diritto alla fabbricabilità dell’area, con conseguente notevole perdita di valore del proprio patrimonio;
nessun riconoscimento di danno a chi, pur non avendone subìto direttamente, si trova ora in gravi difficoltà a causa del calo di fatturato per diminuzione delle commesse di lavoro o per chiusura delle attività di propri clienti.
Fratelli d’Italia chiede che le istituzioni smettano di far propaganda e dicano come stanno le cose: siamo in campagna elettorale, certo, ma la ricostruzione non pò’ risolversi a colpi di annunci politici.
Giulia Bellodi
Capogruppo Fratelli d’Italia – Centrodestra Nazionale
giuliabellodi@alice,it
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