[video] ANNA NERI COMPIE 40 ANNI DI ATTIVITA' - Indicatore Mirandolese
Compie 40 anni la ditta “Anna Neri”, storica attività mirandolese specializzata nella produzione e personalizzazione di abbigliamento per ciclismo. A fondarla e a gestirla, fino a oggi, sono stati Olivo Neri e sua moglie Anna Piro. «Era il 1978 quando Anna, con la macchina del puntino, iniziò a trasformare in maglie le matasse di lana azzurra che compravamo al mercato», spiega Olivo. «Io invece ho iniziato a lavorare prima di quella data, appena finita la terza media. Iniziai alla carrozzeria di Ortis Giliberti, un uomo davvero speciale, che mi ha insegnato alcune regole fondamentali del lavoro, come la puntualità, la precisione, l’ordine e il rispetto; elementi che anche oggi cerco nei miei collaboratori. Successivamente – prosegue Neri – ho lavorato qualche tempo anche alla Mantovanibenne». Olivo ha coltivato la passione per la bici fin da giovanissimo. «Ho iniziato a pedalare nei cicloamatori Mirandola. Anche durante il servizio militare, che ho svolto prima a Palermo e poi a Codroipo, sono riuscito a continuare questa mia passione. In Friuli mi allenavo per due mezze giornate alla settimana». Circa 35 anni fa Olivo ha deciso di lasciare il lavoro dipendente per affiancare la moglie. «Siamo partiti senza soldi – ricorda Neri – ma se non hai una famiglia ricca alle spalle è inevitabile che sia così. Ci siamo affidati alle banche, che ci hanno dato fiducia e così siamo riusciti a crescere, pur tra alti e bassi. Abbiamo cominciato a produrre le prime maglie, in conto terzi, con la serigrafia tradizionale, una procedura lunga e difficile; poi, acquistando i primi plotter, ci siamo resi autosufficienti. All’inizio il nostro primo laboratorio occupava due camere della nostra casa. Nella vasca da bagno dovevamo lavare, senza attorcigliarle, le matasse di pura lana vergine, che altrimenti avrebbero macchiato durante la lavorazione». L’azienda, che successivamente si è trasferita a San Martino Carano, in un’ex sala da ballo, quindi nella sede attuale, in via XXV Aprile, è cresciuta poco per volta, senza mai fare il passo più lungo della gamba. Oggi i dipendenti sono otto. Le prime maglie dei ciclisti erano un trionfo di ricami e colori. «Da noi all’inizio non esisteva la cultura del ricamo, come in Toscana, e così abbiamo dovuto imparare da zero». Successivamente abbiamo “importato” la tecnica francese del “flock”, quella che rende la superficie del disegno con un effetto vellutato». Il passo successivo è stato il passaggio al digitale, che ha offerto nuove opportunità ma che ha posto l’azienda dei coniugi Neri e Piro di fronte a sfide inedite, come quelle dei mercati di Paesi emergenti come la Cina. «Pensi che mi avevano anche proposto di creare un’azienda insieme ai cinesi. Era il periodo in cui, come “Anna Neri”, seguivamo il Giro delle Regioni, una gara ciclistica aperta alle squadre nazionali. Noi seguivamo, appunto, la nazionale cinese ed eravamo diventati molto amici di alcuni dirigenti; forse, se avessi accettato, la storia della mia azienda avrebbe preso un’altra piega, ma va bene anche così». In questi 40 anni le soddisfazioni non sono mancate. Olivo mostra con orgoglio il “museo” aziendale fatte di maglie che raccontano la creatività dell’azienda ma anche la storia di uno sport fatto di sudore e fatica. La ditta ha fornito maglie a migliaia di ciclisti, anche professionisti, come Massimo Podenzana, campione italiano nel 1993 con l’abbigliamento a marchio “Anna Neri”. Il mercato di riferimento è principalmente quello nazionale ma, grazie alle potenzialità di Internet, l’azienda vende anche all’estero. La passione di Olivo Neri per il ciclismo è davvero senza limiti. Per alcuni anni il mirandolese ha seguito il Giro d’Italia con la moto, svolgendo il prezioso servizio di radio informazione, poi ha deciso di smettere, perché era un impegno troppo gravoso. Insomma, lavoro e passione si sono rincorsi, in una bella storia imprenditoriale che prosegue a 40 anni di distanza. «Per il futuro vedremo – dice Neri – ci piacerebbe tuttavia che la nostra attività proseguisse, magari con qualche giovane collaboratore che abbia voglia di seguire le nostre orme».