MIRANDOLA,10 FEBBRAIO, GIORNO DEL RICORDO: UNA MOSTRA, PRESSO “IL PICO” SUL VILLAGGIO SAN MARCO DI FOSSOLI - Indicatore Mirandolese
Si accende il ricordo per quegli italiani che dovettero lasciare le loro terre di là dall’adriatico per finire ‘esuli’ in Italia. Si accende il 10 febbraio prossimo, con una mostra “Profughi nel silenzio La vicenda del Villaggio San Marco 1954-70”, che l’Amministrazione comunale organizza presso il Polo culturale Il Pico, nella sala conferenze, in collaborazione con la Fondazione Fossoli.
Il Villaggio San Marco, allestito nel 1954 all’interno del campo di Fossoli di Carpi, ospitò 250 famiglie italiane provenienti da Istria e Dalmazia, alcune di queste vi rimasero per 16 anni. Furono quasi 1.500 i profughi, appartenenti alla comunità italiana, ospitati nel Villaggio San Marco, dopo aver abbandonato le proprie case e tutti i propri beni a seguito degli accordi internazionali che, ridefinendo il confine orientale italiano, assegnarono quei territori all’allora Jugoslavia.
Le famiglie arrivate nel modenese furono una parte delle circa 250 mila persone, che partirono tra il 1944 e la fine degli anni Cinquanta, dirette in Italia ma anche oltreoceano. Un esodo di massa per fuggire a persecuzioni e alla tragedia delle foibe dove vennero sterminati migliaia di italiani.
Il Villaggio san Marco sorse in quello che fu un campo di prigionia durante la seconda guerra mondiale: tra coloro che vi transitarono, prima di arrivare ad Auschwitz, ci fu anche Primo Levi. Nel dopoguerra fu assegnata all’opera dei Piccoli apostoli di Don Zeno Saltini e ospitò la comunità di Nomadelfia, prima dell’arrivo degli istriano-dalmati. All’interno della struttura furono aperti spazi commerciali, centri di aggregazione, uno studio medico, attività artigianali gestite dagli esuli stessi, poi la scuola, l’asilo e la chiesetta.
La mostra, realizzata attraverso la raccolta di materiale documentario e iconografico, si pone come strumento per conoscere il fenomeno dell’esodo giuliano-dalmata: dall’arrivo dei profughi in Italia alla loro permanenza nel tessuto locale, con una particolare focalizzazione sull’esperienza del Villaggio San Marco, aperto appunto nell’ex Campo di concentramento e rimasto attivo per quasi diciassette anni, fino alla fine degli anni Sessanta.
“Al giorno della memoria segue quello del ricordo al fine di sensibilizzare la comunità nei confronti di eventi drammatici che hanno caratterizzato il Paese e il territorio modenese – spiega l’Assessore alla Cultura Marina Marchi – Il fine è quello di rafforzare specie nelle giovani generazioni l’interesse per la scoperta e la conoscenza di un periodo storico, e degli eventi che lo hanno caratterizzato, del quale è sempre più difficile poter avere testimonianze dirette. Dalla riflessione sul crimine della “Shoah”, alle foibe, fino all’esodo degli istriano-dalmati: i nostri ragazzi devono sapere e conoscere, per poter progettare ed immaginare un futuro migliore e di pace.”
La mostra sarà visitabile dal 2 al 17 febbraio.